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roberto.santangelo@oasport.it
Guglielmo Guerrini, DT della Nazionale italiana di Canoa Velocità, presenta, attraverso le colonne del sito federale la stagione 2018 del movimento azzurro, a partire dal raduno di domani a Sabaudia, che inaugura ufficialmente la nuova annata sportiva.
Ancora una volta, come nel primo anno alla guida tecnica, non vi sarà suddivisione tra i vari settori: “Assieme all’intero staff che dallo scorso anno mi segue, ci siamo presi due impegni importanti: vogliamo dare uniformità nei metodi e nel linguaggio, ma soprattutto fare un lavoro che possa dare alla canoa italiana frutti e risultati importanti in prospettiva“.
Prosegue il DT: “Un lavoro che ci permette di lavorare per il nostro massimo potenziale fin da subito, ma guardando ovviamente al futuro e non al semplice quadriennio, così da costruire solidità e un gruppo sempre più numeroso, forte e competitivo. Proprio per questo il lavoro fatto nella prima stagione è stato molto importante“.
Insomma obiettivi di squadra in uno sport individuale: “Tanto, tantissimo. In gara si sale in uno, due o quattro su una barca. Ma il lavoro fatto prima è fondamentale e l’intesa non può mancare. Intesa che deve esserci anche e in primis tra i tecnici; ed è per questo che voglio ringraziare tutto lo staff: Antonio Cannone, Stefano Loddo, Michail Vartolomei, Alessandro Ventriglia, Claudio Ghelardini e Danio Merli per quanto riguarda senior e U23, Ezio Caldognetto come DT del settore giovanile e Stefano Grillo per come si è lavorato in questi mesi“.
Lavoro di squadra anche con il team della Canoa Slalom: “Stiamo ragionando con i Direttori Tecnici dello slalom per far avvicinare le due squadre delle specialità olimpiche. E’ importante dare un messaggio di compattezza e unità, e tradurre il tutto in fatti concreti. Chiaro, le due discipline hanno specificità diverse che rimarranno tali“.
In ottica Tokyo 2020 la Canoa Velocità sta cambiando anche a seguito della variazione delle specialità olimpiche: “Noi ovviamente ci stiamo adeguando. Scomparso il K4 1000, tutti i più forti si sono spostati sul K1 e sul K2, che sono rimaste le uniche barche olimpiche su questa distanza per il kayak facendo crescere ulteriormente il livello della competitività“.
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