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Ciclismo, il 2017 dell’Italia: gli azzurri si ritrovano nelle corse di un giorno. Nibali c’è, Moscon e Trentin crescono

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Il Giro di Lombardia e la Parigi-Tours: il 2017 delle Classiche si è concluso con due splendide vittorie per l’Italia grazie a Vincenzo Nibali e Matteo Trentin. Il primo, ormai, non ha più bisogno di presentazioni, il secondo invece sembra pronto per esplodere in maniera definitiva, dopo una stagione in cui nel panorama internazionale ha fatto irruzione anche il talento di Gianni Moscon, giovane promessa del ciclismo nostrano. Ma andiamo con ordine.

Con il secondo successo della carriera al Lombardia, Nibali ha messo il punto esclamativo ad un 2017 che lo aveva competitivo al Giro d’Italia e alla Vuelta a España, concluse sul podio senza però trovare la vittoria. Il successo nella più impegnative delle Classiche Monumento rende giustizia alla sua stagione e lo proietta con fiducia verso il 2018, quando dovrebbe affrontare anche la campagna delle Ardenne in vista del Mondiale di Innsbruck, cui, salvo imprevisti, si presenterà tra i grandi favoriti della vigilia. Una vittoria matura, di forza e senso tattico, presa con gli occhi del mondo addosso e con una condotta di gara perfetta, oltre che con una grande prestazione atletica. Questo Nibali può sognare in grande, e ancora una volta ha dimostrato di avere qualcosa in più nelle corse di un giorno rispetto ai rivali diretti nei grandi giri.

Alle sue spalle, per motivi diversi, mettiamo i trentini Matteo Trentin e Gianni Moscon. Il primo, una volta annunciato il passaggio dalla QuickStep-Floors all’Orica-Scott ha messo in fila 7 vittorie in poco più di due mesi, con il poker alla Vuelta a España, l’arrivo in solitaria alla Primus Classic e la spettacolare vittoria alla Parigi-Tours, già vinta nel 2015, a dare ulteriore prestigio a questi numeri. Nel mezzo, anche un quarto posto al Mondiale, che lo consacra tra gli uomini più forti del gruppo in determinati arrivi. Forse gli manca ancora qualcosa per vincere corse come Sanremo, Fiandre o Roubaix, ma nell’ultimo mese sembra aver cambiato passo, sbloccandosi e ritrovando l’istinto per la vittoria: le pietre del Nord lo attendono con un ruolo da capitano e a 28 anni è maturo anche per cogliere risultati importanti.

Quinto alla Parigi-Roubaix, terzo al Lombardia: un biglietto da visita mica male per il 23enne Gianni Moscon, sempre più uomo del futuro sia per la nazionale italiana che per il Team Sky. Alla Vuelta ha dimostrato che un giorno potrebbe anche competere nei grandi giri, ma quando fatto nelle Classiche fa propendere vero un paio di stagioni dedicate a questa affascinante avventura nelle corse di un giorno. Forte, a tratti quasi straripante ma soprattutto sempre sorprendente. Per ora non si vedono i limiti e poco importa se l’unico successo della stagione che sta andando in archivio sia arrivato al campionato italiano a cronometro. Di tempo per vincere ce n’è: dalla Sanremo (difficile) arrivando al Lombardia passando per il pavé e le Ardenne. Al momento, sembra poter essere competitivo per la vittoria in tutte le Monumento.

Ma non finisce qui: Sacha Modolo si è reso protagonista di un’ottima primavera culminata con il sesto posto al Giro delle Fiandre, mentre Sonny Colbrelli ha preso le misure alla prima stagione in una squadra World Tour vincendo la Freccia del Brabante. Il bresciano della Bahrain-Merida sembra avere ancora margine e già nei primi mesi della prossima stagione potrebbe dire la sua. Con Davide Villella in crescita, Alberto Bettiol sempre più costante tra i migliori, Elia Viviani che sul finire di stagione ha fatto a sua volta un bel salto di qualità, Fabio Felline che è stato fermato solo da problemi fisici, Diego Ulissi più concreto e Fabio Aru che in alcune corse potrebbe dire la sua, l’Italia può guardare al futuro con ottime speranze.

 





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Foto: Valerio Origo

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