Ciclismo
Ciclismo, Paolo Slongo: “Vi svelo i piani di Nibali per il 2018: Vuelta sicura, vedremo o Giro o Tour. Obiettivo i Mondiali”. Le tabelle gara per gara
Oggi verrà svelato il percorso del Tour de France 2018 e Vincenzo Nibali sta per programmare la prossima stagione che sarà inevitabilmente incentrata sui Mondiali del 30 settembre: il durissimo tracciato di Innsbruck è adattissimo alle caratteristiche dello Squalo che può sognare la maglia iridata. Ma prima andrà al GIro d’Italia o al Tour de France? Paolo Slongo ha svelato alla Gazzetta dello Sport i due possibili piani in base anche ai tracciati delle due grandi corse a tappe ma comunque ha confermato che il siciliano sarà al via della Vuelta di Spagna proprio per preparare i Mondiali.
OPZIONE 1: 2018 INCENTRATO SUL GIRO D’ITALIA
7-19 dicembre, ritiro a Hvar (Croazia)
21-28 gennaio, Vuelta San Juan (Argentina)
A febbraio un possibile ritiro
4 marzo, GP Larciano
7-13 marzo, Tirreno-Adriatico
17 marzo, Milano-Sanremo
Ad aprile un possibile ritiro
16-20 aprile Tour of the Alps
22 aprile, Liegi-Bastogne-Liegi
4-27 maggio, Giro d’Italia
OPZIONE 2: 2018 INCENTRATO SUL TOUR DE FRANCE
7-19 dicembre, ritiro a Hvar (Croazia)
21-28 gennaio, Vuelta San Juan (Argentina)
13-18 febbraio, Tour of Oman
21-25 febbraio, Abu Dhabi Tour (da valutare)
4-11 marzo, Parigi-Nizza
17 marzo, Milano-Sanremo
2-7 aprile, Giro dei Paesi Baschi
15 aprile, Amstel Gold Race
18 aprile, Freccia Vallone
22 aprile, Liegi-Bastoge-Liegi
A maggio o un perodo di stacco oppure un ritiro
3-10 giugno, Giro del Delfinato
7-29 luglio, Tour de France
“Sono due le possibili strade per Vincenzo: Giro, Vuelta e Mondiale oppure Tour, Vuelta e Mondiale. I miei riferimenti sono due. I dati del 2016 quando Vincenzo ha preparato l’Olimpiade: ha vinto il Giro, è andato al Tour per prepararsi, a Rio era fortissimo. E quelli del 2017: il Giro, terzo, e poi la Vuelta, secondo, e siamo andati forte sino al Lombardia. Abbiamo tanta esperienza e sbagliare il meno possibile“.
La partenza è come sempre dalla Vuelta di San Juan in Argentina: “Sì, sia per un fatto scaramantico, gli ha sempre portato fortuna nell’anno, sia perché questa non è una corsa stressante, ha tanta pianura, è ideale per la preparazione, e nel 2018 avrà anche un giorno di riposto“.
Vedremo Nibali anche alla Sanremo e alla Liegi: “Sono un pallino di Vincenzo. In funzione del Mondiale è necessario fare due corse così lunghe, sono importanti. Non dal punto di vista fisico, ma per abituarsi allo stress, per la tensione che c’è nel gruppo. E lo stesso vale quando si sceglie il Tour, e allora pensi a un avvicinamento tutto francese, tipo Parigi-Nizza e Delfinato, così ti abitui alle rotonde, alle strade francesi, scopri l’asfalto. La Liegi, poi, è l’obiettivo di primavera: per prepararla, la scelta del Giro dei Paesi Baschi prima delle Ardenne mi sembra migliore“.
L’analisi sugli avversari: “Dumoulin è il rivale più pericoloso, mi piace tantissimo per come è cresciuto. E’ chiaro che se ci sono crono lunghe… L’olandese fa paura anche a Froome, non solo a Nibali. E poi Chaves, Aru, Yates, sta crescendo anche la nuova generazione. Perché sì al Giro? Se è duro duro lo faremo. Nibali è il corridore più forte al mondo su salite oltre i 2000 metri e su salite estreme, perché come fisiologia si adatta meglio. Soffre meno la pressione della quota: avendo una fase aerobica molto ampia, non va subito in acido lattico e riesce a resistere a ritmi più alti sotto la soglia. Ci sono avversarie che, come Valverde, sopra i 2000 metri non vanno, mentre se ci sono due-tre tappe estreme e consecutive Vincenzo va sempre uguale, mentre gli altri calano. E le cronosquadre non ci fanno paura se possiamo schierare la squadra top con Siutsou e Izagirre“.
Il sogno Fiandre o Roubaix: “Sì, Vincenzo vuole toglierselo questo sfizio ma verso fine carriera. Vi svelo un segreto: Prudhomme, il patron del Tour, ha chiamato il nostro manager Brent Copeland: “Voglio che Nibali venga a fare la Roubaix”. Avrebbero costruito un evento su di lui, un po’ come fatto con Wiggins qualche anno fa. Adesso, se Nibali cade, diventa troppo rischioso per i giri. Più avanti no, potremo cambiare strategia“.