Formula 1
F1, GP Stati Uniti 2017: Marchionne parla di una Ferrari “anche più veloce della Mercedes”. E’ davvero così?
Il 17° round del Mondiale di F1 sul tracciato di Austin (Stati Uniti) è alle porte e la Ferrari arriva all’appuntamento stelle e strisce con tanta voglia di rifarsi. I problemi tecnici ed i ritiri nelle ultime tre gare hanno lanciato il britannico Lewis Hamilton (Mercedes) in vetta alla graduatoria iridata dei piloti con 59 punti di vantaggio sul tedesco Sebastian Vettel ed il Mondiale sembra aver preso con decisione la strada di Brackley.
Un vero peccato perché a detta del presidente Sergio Marchionne, non fosse stato per gli imprevisti e le circostanze sfortunate, il Cavallino Rampante avrebbe potuto essere davanti alle Frecce d’Argento: “Che in Malesia le due Ferrari potevano battere tutti quanti è un fatto indiscusso, così come potevano farlo anche a Singapore. Senza interventi esterni quelle due vetture là si piazzavano prima e seconda nel circuito, e questo è molto positivo“, sosteneva il n.1 di Maranello poco prima di Suzuka. Ironia della sorte “una candela da 59 euro” ha rovinato ancora una volta i piani della Rossa nel Paese del Sol Levante. La domanda è: ha ragione Marchionne nel sostenere questa idea di velocità “inespressa” nei risultati?
La risposta è: Sì, ma in parte. La SF70H nel corso di tutta la stagione si è dimostrata la macchina capace in gara di trovare meglio degli altri la giusta finestra di utilizzo degli pneumatici. Le 4 vittorie partono da questo presupposto e la salvaguardia dello pneumatico è stato un fattore, in termini di prestazione pura, sui tracciati cittadini dove la trazione è fondamentale. Le pole di Kimi Raikkonen a Monaco e di Vettel a Budapest e Singapore ne sono una dimostrazione. Caratteristiche esaltate anche da un clima particolarmente caldo. Nella citata Sepang (Malesia), Seb è stato in grado di girare anche un secondo più veloce di Lewis nella propria rimonta dall’ultimo posto, sfiorando il podio della Red Bull di Daniel Ricciardo. Aspetto, dunque, legato sempre alla “gentilezza” sulle mescole.
Tuttavia, a conti fatti, la Mercedes sotto il profilo della velocità estrema si è dimostrata ancora avanti. La SF70H, da Montecarlo in avanti, ha subito un parziale di 7 vittorie a 1 con Budapest (Ungheria), unico feudo “Rosso”, sfruttando il vantaggio di partire davanti in griglia. Le migliorie tecniche apportate nel corso dei weekend hanno avuto un’incidenza migliore sulla W08 Hybrid, letteralmente trasformata in Spagna. Se infatti la macchina di Maranello aveva spesso bisogno di più turni per trovare il set-up più adatto, nella maggior parte dei casi la Mercedes riusciva ad essere veloce fin da subito. Un vantaggio chiaro che, a lungo andare, si sta rivelando decisivo.
Certo, ci sono stati anche gli episodi menzionati ma resta il fatto che per appurare la bontà di una macchina non si può prescindere dall’affidabilità della stessa. In Ferrari, nel tentativo di estremizzare la propria resa velocistica si è ottenuto anche un decremento della robustezza, fattore decisivo nella lotta con la Mercedes. Sul tracciato americano, dove il Cavallino non ha mai vinto, avremo un’ulteriore controprova di quanto affermato.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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