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F1, Mondiale 2017: Ferrari, non solo il rimpianto affidabilità. La Mercedes e Hamilton sono stati (ancora) superiori

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Mancano pochi giorni al Gran Premio del Messico (clicca qui per programma e tv) che, a rigor di logica, dovrebbe consegnare il titolo Mondiale di Formula Uno a Lewis Hamilton (clicca qui per i possibili scenari). Per il pilota inglese si tratta del quarto successo personale (il terzo con la scuderia di Brackley) mentre la Mercedes il suo titolo Costruttori (clicca qui per le classifiche) lo ha già festeggiato ad Austin e, nel loro caso, si tratta del quarto consecutivo. In poche parole un mix davvero impareggiabile che ha avuto un solo reale avversario in questo 2017: Sebastian Vettel. La Ferrari, infatti, ha permesso al pilota tedesco di lottare, sin dal via del GP di Australia, contro il binomio Hamilton-Mercedes. La battaglia è stata intensa e avvincente ma, come preventivabile, non ha preso la direzione di Maranello. Andiamo ad analizzare le motivazioni di questo (ennesimo) trionfo.

I NUMERI – Partiamo dalle statistiche che, molto spesso, dicono la verità. Hamilton nei 17 GP disputati ha centrato ben 11 pole position (5 nelle ultime 6 uscite) contro le 3 di Sebastian Vettel. Allargando il computo alla Mercedes il totale sale a 13 su 17. Un vero dominio che si protrae da 4 anni, ovvero dall’avvento dell’era dell’ibrido, e che parla di 69 partenze dalla prima posizione sulle 76 gare disputate in questo lasso di tempo. Un dominio senza precedenti che rende la vita più facile ai piloti Mercedes, in una Formula Uno nella quale i sorpassi si fanno sempre più rarefatti. Tanto che in questo 2017 l’inglese è stato in grado di vincere in 9 occasioni (6 nelle ultime 8 corse) aggiungendo anche tre secondi posti. Da quando corre con le “Frecce d’argento” i successi sono stati 40 su 76 corse con la cifra impressionante di 62 podi. Un ruolino di marcia da vero “cannibale”.

AFFIDABILITÁ – Il ruolino di marcia di Hamilton parla di nessun ritiro e, al massimo un settimo posto nel GP di Montecarlo (nel quale non aveva preso parte alla Q3) come peggior risultato. Il pilota di Stevenage ha subito l’ultimo ko nel GP di Malesia della passata stagione quando la sua Power Unit lo abbandonò assieme alle speranze di titolo mondiale. Per far capire il livello di solidità della Mercedes sfruttiamo ancora i numeri. Dopo il ritiro nel GP di Australia 2014 nella prima gara con l’ibrido nella quale sostanzialmente non riuscì nemmeno a partite, si parla di 4 stop in ben 76 gare (senza contare l’incidente con Nico Rosberg dell’anno scorso in Spagna). Un saldo impressionante per una vettura che sa sempre unire velocità a resistenza. Guardando alla scuderia di Brackley nel suo complesso in questi 4 anni lo score parla di solamente 9 ritiri in 152 GP (appena lo 0,06% del totale).

PILOTI – Oggettivamente Seb Vettel ce l’ha messa tutta in questo 2017. Il campione di Heppenheim ha messo tutto sé stesso in questa rincorsa al titolo iridato. Competitivo e performante sin dalle prime qualifiche di Melbourne, ha cercato la grande impresa fino a che la Ferrari non l’ha abbandonato sul più bello. I suoi errori si contano sulle (poche) dita di una mano e, sinceramente, non può recriminare troppo su quello che non è stato. Dall’altra parte ha sfidato un Hamilton che, con il senno di poi, sarebbe stato quasi impensabile poter battere. In primo luogo arrivava dalla “scoppola” subita da Nico Rosberg dodici mesi fa. Un vero e proprio smacco  per l’ex McLaren che ha vissuto quella sconfitta come un “disastro sportivo”. Perdere contro un pilota che non ha mai ritenuto al suo livello per colpa di diversi errori suoi ha rappresentato una vera e propria “onta” da vendicare. Hamilton ha, dunque, approcciato a questo campionato con il chiaro intento di rimettersi in carreggiata, pensare solo alla pista e dominare grazie alla vettura migliore. L’inizio di stagione, invece, è stato ampiamente più complicato del previsto e l’inglese ha dovuto rincorrere. Quando poi, dal GP del Canada, la scuderia ha corretto tutti gli errori della sua W08, non si è più voltato indietro. 7 vittorie e un secondo posto in 11 appuntamenti (con il GP di Azerbaijan perso solamente per colpa del suo poggiatesta mal posizionato) spiegano nel migliore dei modi lo stato di grazia che lo porterà al quarto titolo iridato. Mai un errore o una sbavatura, tanta concretezza e un filotto impareggiabile che non ha lasciato scampo a Vettel. Quest’anno Hamilton è stato impeccabile.

SCUDERIE – Sia ben chiaro. Se ripensiamo da dove partiva la Ferrari, a dov’è ora, la scuderia di Maranello può solamente meritarsi complimenti. Pronti, via, e macchina subito allo stesso livello della Mercedes e, nel corso dell’anno, miglioramenti che l’hanno resa competitiva fino al rush finale. L’unica pecca, non da poco, sono stati i problemi tecnici occorsi nelle ultime settimane. Un gap di affidabilità nei confronti dei rivali diretti che ha fatto tutta la differenza del mondo. Una serie di problemi indotti, anche, dalla “furbata” messa in atto dalla Mercedes. Il team anglo-tedesco è stato lesto e scaltro a sfruttare a suo favore il cambio di regolamento (clicca qui per l’analisi) mantenendo tutti i suoi motori con la vecchia gradazione di olio (per cui più potenti) a differenza della Ferrari che li ha voluti più freschi (salvo poi vederli rompere in serie) ma meno performanti. A quel punto la scuderia italiana ha pensato di forzare al massimo le proprie prestazioni per pareggiare il livello delle Mercedes ma, come si è visto, con rotture conseguenti che hanno fatto letteralmente mangiare le mani a staff e piloti.

FUTURO – Nei prossimi tre anni il regolamento non subirà particolari cambiamenti. Nella prossima stagione, ad esempio, sarà inserito solamente l’Halo per la protezione della testa del pilota. Per cui i progetti 2017 dovranno solamente essere perfezionati e non rivoluzionati. La Mercedes, come appare ovvio, sfrutterà ancora il suo ampio vantaggio in fatto di Power Unit e rimarrà la vettura da battere. La Ferrari, dal canto suo, dovrà continuare sulla scia tracciata quest’anno. Con un progetto buono e che è stato rinforzato nel corso delle gare. Se riuscirà a non commettere passi falsi, sarà ancora lì, pronta a battagliare per riportare il titolo a Maranello dopo ben 11 anni.

 





 

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alessandro.passanti@oasport.it

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