Seguici su

Formula 1

F1, Mondiale 2017: Ferrari, qualcosa si è rotto. La ricerca della velocità ha portato fragilità

Pubblicato

il

Power unit, motore termico, MGU-H, MGU-K. Niente di tutto ciò. Le speranze di vincere il Mondiale piloti 2017 per la Ferrari di Sebastian Vettel si sono spente con una candela. È stata proprio questa componente a tradire il tedesco in Giappone, costringendolo al secondo ritiro in tre gare e a dire addio al titolo iridato. Un problema “semplice” che ha innescato poi un problema più grande, a detta dello stesso Seb, che ha provato a resettare tutto e proseguire la gara, senza tuttavia riuscirci. Se a Sepang più di un campanello d’allarme era suonato con i problemi avuti anche da Kimi Raikkonen, a Suzuka la Rossa di Maranello è letteralmente sprofondata.

Eppure fino alle qualifiche di Singapore la Ferrari era stata praticamente perfetta. Nessuna rottura, nessun problema, la leadership del Mondiale mantenuta per gran parte della stagione e addirittura la sensazione che i rapporti di forza potessero finalmente cambiare. L’incidente in partenza a Marina Bay, invece, ha innescato una catena di disavventure che sembra non avere più fine. A Sepang è stato un problema di potenza a tradire prima Vettel in qualifica, poi Raikkonen in gara, mentre a Suzuka è arrivato il problema alle candele di accensione. Un componente semplice, al cospetto di vetture con parti ben più sofisticate, ma costato carissimo. Tre indizi fanno decisamente una prova…

Prova che un problema in casa Ferrari deve necessariamente esserci. Di affidabilità, innanzitutto. Perché se è vero che nella seconda parte di stagione le prestazioni della SF70H sono cresciute esponenzialmente, di pari passo si è sgretolata la solidità della Rossa. Un caso? Probabilmente no. Nel momento più importante della stagione a Maranello devono aver provato a spingere ulteriormente lo sviluppo della vettura, prendendosi qualche rischio di troppo che, stando alle recenti rotture, non ha pagato. Rotture che hanno minato la serenità dell’ambiente ferrarista. A partire da Sergio Marchionne, che dopo Sepang ha denunciato una qualità della componentistica non al livello. Una tesi che ha trovato conferme a Suzuka ma è altrettanto vero che non è stata l’idea del secolo rendere il problema pubblico.

Maurizio Arrivabene ha dichiarato che “queste rotture non pregiudicano la bontà del progetto“. Vero, ma sono il segnale che qualcosa manca ancora rispetto alla Mercedes. Pensando al 2014 o addirittura allo scorso anno (nessuna vittoria), la Ferrari è cresciuta tantissimo fino a diventare una seria pretendente al titolo in questo 2017. Il progetto è quindi valido, e sebbene sia difficile pensarlo adesso, i problemi recenti servono a capire in quale direzione bisogna spingere per il 2018 per cercare di raggiungere la solidissima Mercedes anche in termini di affidabilità. La candela della speranza per quest’anno sembra essersi spenta ed ora tocca già accendere ed alimentare quella del prossimo anno.

 





 

CLICCA QUI PER LEGGERE TUTTE LE NOTIZIE DI FORMULA 1

alessandro.tarallo@oasport.it

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter

FOTOCATTAGNI

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità