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F1, Mondiale 2017: Max Verstappen, il tipo di pilota sanamente incosciente che piace alla gente

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Con lui non ci si annoia. Mai. Stiamo parlando, ovviamente, di Max Verstappen. Da quando è sbarcato in Formula Uno tre stagioni or sono, il giovane talento olandese ha sempre messo in mostra diverse caratteristiche precise: sfrontatezza, “cattiveria agonistica”, la volontà di non togliere mai il piede dall’acceleratore e, non ultimo, un talento fuori dalla norma.

E come non si potrebbe parlare in questo modo di un pilota che a 17 anni e mezzo è stato in grado di piazzarsi al settimo posto nel suo secondo Gran Premio disputato (con la Toro Rosso in Malesia 2015)? All’età nella quale una persona normale è ancora impegnata tra motorino e bicicletta, il nativo di Hasselt (in Belgio) stava già guidando al fianco di mostri sacri come Lewis Hamilton o Sebastian Vettel. Senza nessun timore reverenziale e con la chiara intenzione di stupire. Sempre e comunque. Grazie a qualità davvero impossibili da non notare.

Qualità che si sono espresse in maniera anche migliore in concomitanza con il suo sbarco in Red Bull. Prima gara, a Barcellona (quella del famoso incidente che mise fuori dai giochi Lewis Hamilton e Nico Rosberg dopo poche curve) e prima vittoria in carriera. Solo un predestinato può compiere imprese simili. Grazie ad un talento innato che lo porterà a titoli mondiali nel suo futuro, dopotutto ha appena 20 anni, ma che dovrà essere anche perfezionato.

La bilancia Verstappen ha due piatti ampi. Su uno ci sono le qualità, e pesa tanto. Sull’altro ci sono i difetti. Peccati di gioventù, e non, che con il passare del tempo non potrà che limare. Al momento l’olandese noi e la Red Bull ce lo prendiamo così com’è. Con i suoi momenti nei quali affronta una curva (spesso la prima) come se fosse bendato, con i suoi sorpassi mozzafiato e con la sua capacità di essere sempre competitivo.

Spiace, ovviamente, che molto spesso quando c’è un contatto al via o una possibile squalifica in arrivo, il suo nome sia spesso presente. In questa stagione non possiamo dimenticare l’incidente al via del GP del Canada che rovinò l’ala, e la gara, di Sebastian Vettel, come lo speronamento nei confronti del suo compagno di scuderia Daniel Ricciardo a Budapest. Una irruenza dettata dai suoi 20 anni, ma che dovrà assolutamente limitare con il passare delle gare.

Altro capitolo di una discreta importanza sono i sorpassi. Subiti e compiuti. Verstappen è stato autore di capolavori, senza mezzi termini. Come scordarsi in l’attacco a Nico Rosberg sotto il diluvio di Interlagos nella passata stagione all’esterno di curva 3? Ma potremmo citarne tanti altri. A volte gli riescono, a volte meno. Come domenica ad Austin. Un altro pezzo di bravura, ma portando tutte e quattro le gomme fuori da curva 16. Tentativi che appaiono simili allo scommettere alla roulette. Rosso o nero. Max va preso così. Non ha mezze misure. Lo si ama o lo si sopporta a malapena.

Basta chiedere a chi tenta di superarlo ma se lo ritrova frenante in traiettoria. Una maniera di difendersi non troppo ortodossa, ma che la FIA gli ha quasi sempre concesso. Vettel, Rosberg, Raikkonen, molto spesso hanno dovuto sudare sette camicie per sopravanzarlo, anche se avevano a disposizione rirmi nettamente superiori.

Questo è Max Verstappen. Il pubblico sta iniziando ad amarlo come i grandi del presente e del passato. Vede in lui il giovane talento che prenderà in mano la Formula Uno nei prossimi anni. Il dopo Vettel e Hamilton, ma con radici profonde già nel presente. La Red Bull, a sua volta, crede ciecamente in lui, tanto da avergli fatto firmare in fretta e furia un triennale che lo elegge a uomo di riferimento della scuderia, con annessi e connessi per Daniel Ricciardo.

Lo si può amare o meno, ma nessuno potrebbe non ammettere il valore di questo talento nato in concomitanza con il GP del Lussemburgo 1997 vinto da Jacque Villeneuve. Un segnale? Solo il futuro ci dirà dove arriverà l’olandese. Al momento, comunque, sappiamo che sta andando sempre più verso l’alto con una crescita continua ed esponenziale. Quando saprà, poi, correggere anche i suoi difetti, sarà veramente difficile da battere.

 





 

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alessandro.passanti@oasport.it

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