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Formula 1
F1, Mondiale 2017 – Sebastian Vettel: “A Baku un mio errore. Abbiamo il passo per vincere le prossime gare ed a questo penseremo”
In una lunga intervista concessa a it.motorsport.com Sebastian Vettel, pilota della Ferrari, si è raccontato andando a toccare, soprattutto, gli aspetti relativi all’annata corrente nel Mondiale di F1 ed il lavoro fatto dalla scuderia per cercare di contrastare lo strapotere della Mercedes.
“Rispetto all’anno scorso le cose non sono cambiate così tanto come si potrebbe pensare – sottolinea Seb ripensando al 2016 ed a tutte le problematiche con la Ferrari – Il 2016 è stato difficile, ma allo stesso tempo è stata una stagione importante, perché sotto molti aspetti abbiamo imboccato la giusta direzione. Ovviamente abbiamo colto la chance arrivata grazie al nuovo regolamento tecnico, che ha consentito di partorire delle monoposto completamente nuove, ma non siamo ancora soddisfatti, vogliamo vincere di più! C’è ancora molto da fare, ma non intendo che sia necessario cambiare delle persone. Ogni volta che si parla di cambiamenti la gente pensa: ‘Ah, devi cambiare del personale’, no, non è questo. A volte è necessario trovare piccole variazioni, e tutto funziona molto meglio anche con le stesse persone che c’erano prima. Penso che il potenziale sia già in Ferrari, c’è la gente giusta, c’è il talento che serve. Sta a noi, tutti noi, lavorare al meglio insieme e concretizzare ciò che vogliamo ottenere”.
Il 4 volte campione del mondo poi ripensa a tutti gli episodi cardine di questa stagione: dalla ruotata data a Lewis Hamilton a Baku all’incidente di Singapore ed ai problemi tecnici sulla SF70H delle ultime due gare in Malesia e Giappone: “Penso che la sera di Baku sia stata peggiore, perché ho sentito di aver deluso la squadra. Abbiamo perso una potenziale vittoria per un mio errore, mentre se ripenso a quanto accaduto a Singapore credo che sia stato un episodio di gara, come a volte accade nelle corse. E’ stata una circostanza sfortunata, credo di aver visto molti incidenti in partenza prima di Singapore e credo che ne vedremo anche in futuro, e se ti capita di essere coinvolto c’è poco che puoi fare. È arrivata in un buon momento? No. Ma probabilmente non c’è neanche un momento giusto per avere un imprevisto del genere, è successo e dobbiamo andare avanti e concentrarci su ciò che possiamo controllare. Per quanto riguarda Sepang, la velocità c’era. La mia opinione è che abbiamo già dimostrato molto, e credo che la direzione presa dal team sia quella giusta. Ora si parla di fortuna o sfortuna. Non credo nella fortuna, intendo in generale, come principio, ma abbiamo visto delle cose non andare nelle direzione in cui speravamo. Un inconveniente è piuttosto comune, certo, se poi diventano due, tre o anche di più, allora non è una buona notizia. Da una parte siamo contenti di ciò che abbiamo, ma ovviamente vogliamo di più. Abbiamo il passo per vincere le prossime gare, ed è su questo che dobbiamo concentrarci”.
E poi alla domanda sul presidente Sergio Marchionne, a volte troppo “oppressivo” nei confronti della squadra, il parere del tedesco è molto chiaro: “Il Presidente parla in modo diretto, e credo abbia ragione. C’è sempre un motivo preciso dietro le sue dichiarazioni, ed è sempre corretto. Ma ci sono persone che tendono a fare sempre un gran rumore. Lui ha un legame molto forte con tutti noi, è coinvolto nell’attività della squadra, e sappiamo tutti che è un uomo di grandi capacità. Quando valuta il nostro lavoro sa cosa è giusto e cosa no, e vuole che la Ferrari vinca come lo vogliamo tutti noi. Non credo che lui voglia mettere pressione al team, ma quello che dice viene tradotto dai media come tale”.
E poi una considerazione su quanto sia diversa la Ferrari, come team, rispetto a tutte le altre: “Qui è tutto molto diverso, perché si tratta di una squadra al cento per cento italiana e credo sia una cosa fantastica. Oggi il mondo del motorsport è decisamente internazionale, ma vedere una squadra con una cultura assolutamente italiana e composta da gente con valori italiani, rende questo team affascinante ed diverso da tutti gli altri. Tutte le squadre nel paddock si assomigliano molto, sotto molti aspetti, ma la Ferrari è diversa. Mi piace il modo di vivere italiano, sono affascinato da questa cultura, e questo ha influito positivamente sul modo che ho di rapportarmi con la gente. L’unica cosa che mi imbarazza un po’ è che il mio italiano non è ancora come vorrei….”.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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