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F1, Mondiale 2017: Singapore e Malesia, che occasioni perse per la Ferrari! Due vittorie buttate, ma non è finita

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Due ritiri, una non-partenza ed un quarto posto. È questo il bottino con cui la Ferrari esce dagli appuntamenti di Singapore e Malesia, prime due tappe della trasferta asiatica. Un risultato negativo, soprattutto per la classifica del Mondiale – alla fine dei conti, l’unica cosa che conta veramente – con Sebastian Vettel che ora insegue Lewis Hamilton con 34 punti di distacco. Le due gare di Marina Bay e Sepang hanno lasciato sensazioni contrastanti tra piloti, team e tifosi del Cavallino, stati d’animo che oscillano tra il disfattismo e la delusione per gli effettivi risultati, il rammarico per ciò che poteva essere e la fiducia per il prosieguo del campionato.

Singapore e Malesia rappresentano due occasioni perse per la Ferrari, questo è certo. Due settimane fa poteva essere il weekend perfetto: con Hamilton quinto in qualifica, Vettel e Raikkonen dovevano soltanto arrivare alla prima curva per poi limitarsi a “controllare”. I due ferraristi hanno sì fatto gioco di squadra, ma al contrario. Harakiri totale, con il “povero” Max Verstappen a fare da bersaglio facile e prendersi le colpe e la frustrazione per quello che è stato un evidente errore dei due alfieri della Rossa. Come se non bastasse, poi, ad approfittare del disastro della Ferrari è stato proprio Hamilton.

Archiviato Singapore, eccoci in Malesia. Un altro weekend perfetto, sin dal venerdì, stavolta durato ancora meno: sul finire delle prove libere 3, Vettel ha accusato un problema al turbo ed è stato l’inizio dell’incubo. Una corsa affannosa per sostituire la power unit, poi rivelatasi inutile, l’ultimo posto in griglia e la pole ad Hamilton per soli 45 millesimi su Raikkonen. Finita? Macché. Un altro problema meccanico ha costretto il finlandese a guardare la gara di Sepang da spettatore e se già questo bastava a generare rammarico e delusione, si è aggiunta la rimonta di Vettel, che ha confermato le sensazioni del venerdì, ovvero di una Ferrari dominante. Chissà come sarebbe andata se Kimi fosse riuscito a partire o se Seb fosse scattato più avanti, non per forza in prima fila…

Risultati che seppur generano delusione, rammarico, addirittura disfattismo, possono permettere di guardare avanti con positività. Il Mondiale non è ancora chiuso e non è un discorso di numeri ed aritmetica. Gli ultimi due Gran Premi hanno dimostrato che può succedere davvero di tutto. E non è una frase fatta. Basti guardare Sepang: prima Kimi ha un problema nel “semplice” installation lap, poi Seb, dopo una rimonta indiavolata con diversi sorpassi da paura, viene speronato addirittura nel giro di rientro. Roba da Wacky Races.

Ieri Maurizio Arrivabene aveva dichiarato di non credere alla sfortuna ma che “se esistesse, con noi si impegna moltissimo“. Se a Singapore la Ferrari deve biasimare soltanto se stessa, in Malesia deve esserci per forza stata una forza che dall’alto ha voluto fare uno scherzetto alla Rossa. Nonostante la malasorte, però, la scuderia del Cavallino è riuscita comunque a limitare i danni, portando a casa, con grande determinazione e voglia di lottare, un quarto posto inimmaginabile prima di questa gara, quando pareva dover essere un’altra giornataccia. Guardando indietro, dunque, la Ferrari vede per forza di cose due possibili vittorie sfumate, due occasioni perse, da cui però deve trarre ottimismo e positività per guardare avanti. La lotta è apertissima e mancano cinque gare. Può succedere di tutto, in ogni weekend ed in qualsiasi momento.

 

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alessandro.tarallo@oasport.it

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