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Ginnastica, Mondiali 2017 – Il pagellone finale: top & flop. Hurd sbanca tutto, Iordache e Smith in lacrime, Ponor addio, Carey rivelazione, Fan e Paseka da bis

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I Mondiali 2017 di ginnastica artistica che si sono conclusi a Montreal (Canada) hanno regalato tante emozioni e brividi, sorprese e conferme. Riviviamo tutto con il pagellone finale delle big in gara, il top & flop che riassume la rassegna iridata.

 

MORGAN HURD: 10. Nessuno se la aspettava come Campionessa del Mondo, forse non era nemmeno da podio ma la sua storia ha davvero dell’incredibile. Viene convocata per i Mondiali perché Riley McCusker si infortuna all’ultimo, poi si fanno male anche Larisa Iordache e Ragan Smith prima della finale all-around dove Mai Murakami ed Elena Eremina sbagliano gravemente. Rimane solo lei che con una ginnastica non sbalorditiva riesce a fare la differenza battendo Ellie Black di un decimo. Succede a Simone Biles, Reginetta premiata da Nadia Comaneci: ha fatto la storia da outisder nella gara regina…

RAGAN SMITH: S.V. Come “senza vuoto” ma anche “sfortuna vuole”: si fa male alla caviglia durante il warm up che precede la finale all-around: era la grande favorita per l’oro ma la statunitense è costretta ad alzare bandiera bianca.

LARISA IORDACHE: S.V. Idem come sopra, cambia solo modalità e tempistica di infortunio: riscaldamento al corpo libero due minuti prima delle qualifiche, rottura del tendine d’Achille.

CATALINA PONOR: S.V. La caduta alla trave è il modo peggiore per chiudere una carriera: la Campionessa Olimpica di Atene 2004 chiude qui dopo 3 ori olimpici, 5 titoli continentali sui 10cm e aver segnato un’epoca. Oggi la Polvere di Magnesio è un po’ più povera.

 

PAULINE SCHAEFER: 10. La Germania non vinceva una medaglia d’oro dai tempi di Maxi Gnauck, leggenda dell’Est: nel 1981 c’era ancora il Muro di Berlino e anche i genitori di Pauline erano poco più che degli adolescenti. Dopo 36 anni ci pensa lei a portare a casa lo scettro iridato trionfando alla trave dove era già stato bronzo due anni fa. Non è la signor nessuno di turno ma vederla sul gradino più alto del podio non era poi così tanto prevedibile.

MARIA PASEKA e FAN YILIN: 10. Si confermano Campionesse del Mondo dopo i successi di Glasgow 2015 ribadendo di essere ancora al top dopo due anni. La russa trionfa al volteggio con la sua classe proverbiale e un secondo salto da manuale con cui spezza le reni di Jade Carey. La cinese, invece, dopo le deludenti Olimpiadi, riesce a sciorinare un monumentale esercizio sugli staggi e a sconfiggere una concorrenza davvero indemoniata: due stagioni fa dovette dividere il titolo con Komova, Spiridonova e Kocian mentre questa volta può festeggiare in solitaria.

 

JADE CAREY: 9. Questa è una vera e propria rivelazione. Due mesi fa nemmeno negli USA sapevano chi fosse! L’ha scovata Liukin in una palestra, è stata spedita nella mischia durante le gare nazionali estive e poi conquista due medaglie ai Mondiali, argento al volteggio e al corpo libero. La corazzata era in un anno di transizione eppure…

MAI MURAKAMI: 8. Gira che ti rigira è riuscita a laurearsi Campionessa del Mondo con una prova di assoluto spessore al corpo libero e riscattando così l’amarezza per il doppio quarto posto tra trave e all-around. La giapponese, che ha gettato alle ortiche il titolo nel concorso generale per una caduta sui 10cm, ha colto comunque l’occasione della vita e a 21 anni si è finalmente consacrata. Rivedibile il suo body, ma è davvero un’ottima ginnasta.

ELLIE BLACK: 8. Ha fatto sognare un’intera Nazione per due ore. Trascinata da 15000 calorosissimi tifosi ha inscenato la gara più bella della carriera, ha provato a scrivere una pagina di storia regalando al Canada un mitologico oro all-around, era in testa alla gara prima dell’ultima rotazione poi ha subito il sorpasso letale all’ultima curva, sconfitta per appena un decimo. La smorfia finale la dice tutta, si accontenta dell’argento e poi nelle specialità non riesce a decollare.

 

ANGELINA MELNIKOVA: 5. Non era in forma e si è visto ampiamente. Sbaglia di tutto tra qualifiche e finale all-around, cade ripetutamente, non è mai in gioco per le posizioni che contano.

AMY TINKLER: 5. Era lecito aspettarsi molto di più dal bronzo olimpico al corpo libero che invece non riesce a esibire la sua migliore ginnastica mancando anche l’ingresso in finale.

ELENA EREMINA: 7,5. Il voto è mediamente alto perché non è riuscita a sfruttare un’occasione d’oro per vincere l’all-around: una parallelista come lei (poi infatti ha vinto l’argento di specialità) doveva ammazzare la gara sugli staggi e invece ha sbagliato accontentandosi del bronzo. Comunque la giovane russa ha ribadito di essere un grande prospetto per il futuro e siamo certi che si toglierà delle soddisfazioni.

 

GIULIA STEINGRUBER e CLAUDIA FRAGAPANE: 7. Bronzo al volteggio e bronzo al corpo libero: la svizzera si conferma dopo Rio 2016 con grande fatica e mettendoci tutto il cuore, la britannica dopo tanti errori nei momenti clou riesce finalmente a strappare il risultato che conta.

OKSANA CHUSOVITINA: 10. Siamo di fronte a un monumento sportivo. Bisogna solo inchinarsi: a 42 anni si qualifica a una finale di specialità, chiude al quinto posto a un solo decimo dal bronzo, 26 anni dopo il suo primo podio iridato. Davvero senza parole.

NINA DERWAEL: 7,5. Campionessa d’Europa e bronzo mondiale: annata da incorniciare per la belga che ha riscritto la storia del suo Paese. Alle parallele è davvero incantevole per difficoltà ed esecuzione: sono servite le migliori Eremina e Fan per batterla. Che bella ginnasta.

 





(foto USAGym)
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