Artistica
Ginnastica, Mondiali 2017 – Tra conferme, volti nuovi e sorprese: il livello tecnico è calato? L’anno post-olimpico…
Quelli che si sono conclusi a Montreal (Canada) non verranno certamente ricordati come i Mondiali più belli della storia, né tecnicamente né sotto il profilo dello spettacolo. L’Olympic Arena gremita da 15mila spettatori è stata davvero toccante e fa capire quanto la ginnastica artistica sia amata e godibile ma in pedana si è fatto un deciso passo indietro rispetto a quanto visto nell’ultimo ciclo olimpico: è mancata la stella dominatrice capace di spingersi verso l’impossibile (la Simone Biles di turno, ma una come lei nasce davvero una volta ogni 30 anni) ma anche la qualità media sembra essersi abbassata.
Molto è dovuto sicuramente al fatto che questo è l’anno post-olimpico con tante stelle che hanno deciso di prendersi un anno di pausa ma a monte anche i tanti (troppi) infortuni avuti durante l’anno e soprattutto durante l’evento stesso (vedasi Iordache, Smith, Ferrari e prima Andrade, Thorsdottir, Saraiva, Liu). Non si sono visti fenomeni, anzi: è stata una ginnastica molto umana, non così esasperata che però ha avuto il merito di regalarci gare incerte per la vittoria e anche per il podio. Emblematico quanto successo nella finale all-around con quattro ragazze racchiuse in mezzo punto tanto da regalarci una Campionessa del Mondo a sorpresa e poco quotata, quella Morgan Hurd che è l’emblema del discorso che abbiamo fatto.
Alla trave i giudici hanno bastonato tutte le ragazze per tutta la settimana, i punteggi sono stati bassi in maniera eccessiva ma sono stati tantissimi anche gli errori e le cadute: quei 10cm non sono proprio piaciuti per tutta la settimana e andranno certamente approfonditi da chi di dovere. Alle parallele, invece, si è visto davvero il massimo: punteggi che hanno sfondato o rasentato i 15 e degli esercizi davvero difficilissimi per merito delle varie Fan, Eremina, Derwael Iliankova. Il corpo libero ha vissuto di un paio di fiammate ma tutto sommato è stato anche gradevole, il volteggio è ancora il regno di Maria Paseka.
Due Campionesse del Mondo si sono confermate (Fan e Paseka), alla trave è arrivato il sorpresone assoluto (Pauline Schaefer era bronzo in carica ma prevederla sul gradino più alto del podio era ostico), al quadrato finalmente Mai Murakami ha potuto festeggiare dopo un lungo inseguimento. Un mix di veterane (come lo è anche Ellie Black, argento all-around) e di volti nuovi (la stessa Hurd ma anche Jade Carey che nessuno conosceva fino a due mesi fa, oppure la poco quotata Tabea Alt, la stessa Nina Derwael che si era rivelata in primavera vincendo gli Europei).
Il prossimo anno, con l’arrivo delle nuove seniores e il possibile rientro di altre veterane (Simone Biles e Aliya Mustafina batteranno un colpo?), dovrebbero cambiare molte cose e la marcia verso le Olimpiadi di Tokyo 2020 entrerà nel vivo: ai Mondiali 2018 si assegneranno i primi pass a cinque cerchi.
(foto USAGym)