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Ginnastica, Mondiali 2017 – Vanessa Ferrari, il brivido della numero 1 sempre in finale. La storia non è finita, il ritorno è possibile!

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Non è ancora finita qui. Questo è quello che Vanessa Ferrari lascia capire al rientro in Italia dopo i Mondiali 2017 di ginnastica artistica in cui si è purtroppo rotta il tendine d’Achille sinistro, lo stesso che si era operata un anno fa in seguito alle Olimpiadi di Rio 2016. La Leonessa non si dà per vinta e fa capire che non è detto che la seconda diagonale sul quadrato di Montreal possa essere l’ultima immagine della sua gloriosa carriera agonistica.

Sarò io a decidere se tornare, se posso tornare, se voglio. Non di certo altri“. I riferimenti sono ai tanti che più volte l’hanno data per finita e lo stanno facendo anche questa volta: il crac patito in Canada, a quasi 27 anni d’età, potrebbe rappresentare per la maggior parte degli sportivi l’ultimo definitivo campanello d’allarme e la molla per appendere il body al chiodo. Non è detto che lo sia per la bresciana che ora si opererà nuovamente e poi valuterà il da farsi: in sostanza deve ripetere lo stesso percorso che ha fatto da ottobre dello scorso anno se vorrà davvero riprovarci per l’ultima volta, con la fissa delle Olimpiadi di Tokyo 2020 (sarebbero i suoi quarti Giochi, record per un’italiana) e la voglia di agguantare quell’agognata medaglia a cinque cerchi che le è sfuggita in ben due occasioni.

Quando si parla di un’atleta di questo calibro, una vera e propria Araba Fenice risorta decine di volte, è praticamente vietato parlare di ritiro sicuro. Si possono fare soltanto delle ipotesi ma è la storia che ci insegna che per lei tutto è possibile. E’ già stata data per finita davvero troppe volte: dopo i problemi al piede dei Mondiali 2007, dopo la tendinite che le ha rovinato le Olimpiadi 2008 e gli anni successivi, dopo la prima operazione, dopo le batoste dei quarti posti alle Olimpiadi 2012 e 2016, dopo gli acciacchi dell’ultimo quadriennio. E lei ha sempre risposto per le rime, non tanto con le dichiarazioni ma con i risultati, come ci ha abituato. Una ragazza con i tendini d’Achille di cristallo che avrebbe potuto vincere molto di più di quello che ha vinto (siamo nell’ordine delle 40 medaglie internazionali, Campionessa del Mondo e d’Europa all-around giusto per citare i due titoli più prestigiosi insieme al mitico titolo continentale a squadre) ma che di certo non ha ancora scritto la parola fine al suo lungo romanzo.

L’epopea di Vanessa Ferrari può ancora continuare ma dovrà deciderlo solo lei e nessun’altro, è lei che sa cosa può darle ancora il suo fisico e se può davvero puntare ad alti traguardi come ovviamente il podio olimpico, il suo unico obiettivo. Ora le visite strumentali (tornerà in Italia in mattinata, quando il suo fuso orario sarà ancora sulla notte canadese), poi la già annunciata operazione e il tentativo di recupero: ritornerà nuova come prima (si fa per dire) ancora una volta? Speriamo abbia ancora la voglia di rischiare per chiudere al meglio.

Intanto questi Mondiali ci hanno confermato che lei è ancora grande, che con un mese di preparazione e un’operazione alle spalle è riuscita a entrare in finale, che con evidenti limiti fisici è riuscita a rientrare ancora tra le migliori otto del Pianeta e che ha avuto addirittura l’ardire di puntare alla medaglie d’oro tentando il tutto per tutto, un ritorno al titolo iridato dopo undici anni dal trionfo di Aarhus che spedì l’artistica italiana in una nuova dimensione. Ed ancora è stata eccellente capitana in supporto a Lara Mori e alle giovani Desiree Carofiglio e Sara Berardinelli, icona unica che ha ancora la penna per scrivere un ultimo capitolo sperando nell’happy ending.

 





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