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Golf, Open d’Italia 2017: il percorso ai raggi X. Avvio soft e finale thrilling, insidie importanti alle buche 8 e 13

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Sarà ancora una volta il Golf Club di Milano ad ospitare l’Open d’Italia, il torneo di golf maschile più importante del Bel Paese, inserito nel circuito dell’European Tour all’interno delle Rolex Series, con un montepremi da sballo, pari a 7 milioni di euro. Per la terza volta consecutiva, dunque, il torneo si disputerà sul percorso par 71 inserito nell’intrigante cornice del Parco di Monza, un contesto suggestivo che un anno fa vide la partecipazione di un numero straordinario di tifosi, accorsi per trascinare alla vittoria l’italiano Francesco Molinari. Le previsioni stavolta sono ancor più rosee per il torneo che avrà luogo tra giovedì 12 e domenica 15 ottobre, dato che l’ingresso sarà gratuito e un bagno di folla accoglierà i protagonisti di uno degli eventi più attesi del circuito. Andiamo pertanto ad analizzare le 18 buche ai raggi X:

Buca 1: 508 m, par 5 Percorso stretto ma non troppo tortuoso, può costituire un avvio soft per gli atleti, anche se occorre fare attenzione all’insidia del bunker che protegge il green.

Buca 2: 388 m, par 4 – Una volta entrati in fairway con un colpo preciso dal tee, la strada in questa buca è tutta in discesa.

Buca 3: 192 m, par 3 – Il livello di difficoltà cresce e arriva la prima buca molto impegnativa con tanti bunker che possono impensierire i partecipanti.

Buca 4: 344 m, par 4 – Il tee shot è molto stretto ed è necessario evitare i bunker per poi cercare un buon colpo di avvicinamento al green.

Buca 5: 390 m, par 4 – I primi due colpi sono davvero impegnativi e il rischio di finire in rough è decisamente elevato.

Buca 6: 386 m, par 4 – Il tee shot qui è fondamentale, ma attenzione anche ai quattro bunker che difendono il green.

Buca 7: 186 m, par 3 – La lunghezza di questo par 3 è notevole e la prima parte è in decisa pendenza. Una buca non semplice da interpretare.

Buca 8: 369 m, par 4 – Questa è la buca più difficile del percorso. Col tee shot occorre evitare il bosco sulla destra per poi attaccare un green rialazato su tre livelli.

Buca 9: 507 m, par 5 – Questa buca è priva di bunker ma la possibilità di finre nel bosco è elevata soprattutto per i primi due colpi.

Buca 10: 204 m, par 3 – Fino all’ingresso nel green questa buca è agevole, ma i due bunker laterali possono creare notevoli difficoltà.

Buca 11: 358 m, par 4 – Drive fondamentale sulla sinistra del fairway. Il green è difeso da un bunker e ha un gradino molto marcato.

Buca 12: 152 m, par 3 – Un par 3 corto, ma tutt’altro che semplice da interpretare, dato che sarà necessario controllare bene la forza dei colpi per gestire al meglio le distanze.

Buca 13: 422 m, par 4 – Tee shot obbligato, forte dislivello e poi l’approccio sul green per una buca tanto suggestiva quanto difficile.

Buca 14: 464 m, par 5 – La classica buca in cui si può andare alla ricerca di un birdie con colpi lunghi e ardimentosi.

Buca 15: 424 m, par 4 – Il green è molto grande e facile da raggiungere, ma attenzione ai bunker sul versante destro.

Buca 16: 475 m, par 4 – Classica buca che impone valutazioni complesse, con bunker sparpagliati in ogni dove.

Buca 17: 354 m, par 4 – Buca dal green stretto e sopraelevato in cui è necessaria tanta precisione per evitare errori.

Buca 18: 427 m, par 4 – Il finale è thrilling. Gli alberi e i cespugli sul lato sinistro impongono di giocare prevalentemente sulla parte destra del percorso.

 





 

mauro.deriso@oasport.it

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Foto: Twitter Italian Open

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