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Moto2, Franco Morbidelli: quando il talento si costruisce un gradino per volta. Umiltà e pazienza le chiavi per diventare campione

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Franco Morbidelli è campione del Mondo 2017 della classe Moto2. Il pilota romano ha conquistato il titolo iridato a Sepang al termine di una stagione straordinaria, con otto vittorie, sei pole e undici podi, l’ultimo dei quali proprio nel Gran Premio della Malesia. Un Mondiale ampiamente meritato da parte del classe ’94, che riporta l’Italia al titolo nel Motomondiale come non accadeva dal 2009 (Valentino Rossi in MotoGP) e diventa il primo italiano a vincere il titolo della classe Moto2 (Marco Simoncelli aveva vinto nel 2008 l’allora 250). Un titolo giunto al termine di un percorso di crescita fatto di piccoli passi, sulla base di un talento prodigioso, arricchito, però, da umiltà e pazienza.

Soprattutto pazienza, perché il viaggio di Franco Morbidelli è cominciato da molto lontano. Un percorso molto diverso da quello di tanti altri piloti italiani. Di madre brasiliana (nata a Recife), la prima esperienza sulle due ruote è arrivata addirittura a 9 mesi, su una minimoto creata da suo padre, appositamente dotata di rotelline. Proprio papà Livio, ex pilota, è stato una figura chiave in questo percorso di crescita: ha puntato tanto sul talento di suo figlio, al punto da decidere di chiudere la sua officina e portare il piccolo Franco a Tavullia, per farlo crescere all’ombra di Valentino Rossi. Il ‘Dottore’ si è accorto di questo talento, tanto da prenderlo sotto la sua ala protettiva e di includerlo tra i primi piloti entrati nell’Academy nel momento della sua nascita. Intanto, però, Franco accumulava già esperienza nelle corse.

Dopo una piccola incursione nel 2009 nel campionato CEV, Morbidelli ha debuttato nel 2011 nel Mondiale 600 Superstock italiano. Da lì il passaggio al campionato europeo di categoria, i podi e le prime vittorie, fino al 2013, primo anno di svolta nella sua carriera. Papà Livio decide di togliersi la vita: un durissimo colpo per l’allora 18enne Franco. In questi casi devi scegliere: crollare o reagire e andare più su. Ho scelto la seconda, avrebbe dichiarato Morbidelli qualche anno dopo. Ed infatti in quella stagione sono arrivati il titolo europeo ed il primo assaggio nel Motomondiale, direttamente in Moto2. Nel 2014, quindi, il pilota romano è diventato presenza fissa nel Mondiale della classe intermedia, proseguendo il suo viaggio, la sua crescita.

Anche qui a piccole tappe, step-by-step, con umiltà. Dopo il primo anno di ambientamento, nel 2015 è arrivato il primo podio ma è stato nella stagione successiva che Franco ha compiuto un deciso passo in avanti. Nella seconda parte di campionato Morbidelli si è piazzato otto volte sul podio, mancandolo solo in tre occasioni. Un filotto di risultati che ha fatto inevitabilmente scattare qualcosa nella sua testa, dandogli la consapevolezza di poter lottare per il titolo Mondiale. Alla vigilia della stagione 2017, infatti, l’italiano era uno dei favoriti e lo ha dimostrato in pista fin dalla prima gara, raggiungendo quella vittoria che gli era sempre sfuggita nell’anno precedente. Franco non si è fermato, ha accumulato punti su punti, vittoria su vittoria, podio su podio, fino ad arrivare alla consacrazione di Sepang.

Non sono mancati i momenti negativi. La caduta di Jerez dopo il tris di vittorie iniziale, così come quella di Misano, riaprendo clamorosamente un Mondiale che sembrava saldamente nelle sue mani. Franco, però, è rimasto calmo, tranquillo e rilassato, facendo venire fuori il suo animo brasiliano, fiducioso del suo talento. Ad Aragon, infatti, ha dato una spallata decisiva ma è stato a Motegi dove ha affondato il colpo di grazia, raggiungendo e superando in pista il suo rivale diretto, Thomas Luthi, sul bagnato, condizione a lui decisamente sfavorevole. Papà sarebbe stato molto felice per me e questo a mia volta mi ha reso felice, diceva Franco a proposito del suo debutto in Moto2. Papà Livio, oggi, sarebbe orgogliosissimo di lui.

E adesso? “Morbido” non vuole fermarsi. A Valencia può vincere e raggiungere mostri sacri come Max Biaggi, Marco Melandri, Valentino Rossi (tutti e tre con nove vittorie in stagione in 250) e Marc Marquez (nove trionfi stagionali in Moto2). Ma il suo viaggio proseguirà, perché l’anno prossimo correrà in MotoGP, finalmente tra i grandi. Sempre così, a piccoli passi, con talento ma soprattutto umiltà. La stessa con la quale alla vigilia di questo weekend ringraziava a cuore aperto Valentino Rossi (“Tutto quello che so sulle corse lo devo a lui“). La sua maglietta celebrativa di oggi parlava chiaro: “Franky says relax“, Franco dice relax. Tranquillo, rilassato ma determinatissimo. E soprattutto campione del Mondo.

 





 

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alessandro.tarallo@oasport.it

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