MotoGP
MotoGP, GP Australia 2017: Andrea Dovizioso e la Ducati, binomio italiano in lotta per il Mondiale. Il forlivese ha fatto meglio anche di Valentino Rossi
Il Circus del Motomondiale è giunto al 2° round del trittico infernale di fine stagione. Il GP d’Australia, nello splendido scenario di Phillip Island, sarà teatro di duelli all’ultimo sangue sempre tenendo in debito conto la variabile meteo. In questo 2017 così particolare, c’è un binomio su cui difficilmente si sarebbe potuto scommettere: Andrea Dovizioso e la Ducati.
Ebbene si, il forlivese, ingaggiato nel 2013 per iniziare un percorso di rilancio della scuderia italiana nella top class, ora si nientepopodimeno che con Marc Marquez, il cinque volte iridato, e timori reverenziali non ce ne sono. I 5 successi dell’annata, conditi da due trionfi all’ultimo giro, battendo un osso duro come il Cabronçito, attestano la crescita della creatura di Borgo Panigale e di un pilota giudizioso ma sempre più convinto dei propri mezzi.
Non buca lo schermo il “Dovi”, non ha l’appeal del personaggio, ma in questo 2017 ci dà del gran gas, per dirla in gergo. Essere in lizza per il campionato, in sella alla Rossa, non è cosa riuscita a tanti. Bisognerebbe andare a spolverare l’album dei ricordi quando in sella alla D16 c’era un certo Casey Stoner. Ma era un’altra MotoGP: non c’era il monogomma ed il livello non era così elevato. La valenza di questi risultati attesta le qualità del pacchetto tutto italiano che, nei fatti, si è spinto oltre le aspettative facendo meglio anche di un’accoppiata assai romantica ma con poco successo.
Ci riferiamo al biennio 2011-2012 con Valentino Rossi nel Team Ducati. Ora, qualche tifoso del “Dottore” potrà storcere il naso, però le attese riposte dai supporters e anche da parte dalla stampa sul “46”, relativamente alle sue prestazioni sulla moto tricolore, non si sono mai ripercosse in piste e le riscontriamo invece con un altro centauro dal curriculum diverso. Ovvio, il mezzo è evoluto in maniera esponenziale ed il contesto è mutato però dire che Dovizioso ha fatto meglio di Valentino, in questo senso, non è certo offensivo nei confronti del 9 volte campione del mondo.
Un dato frutto dei risultati ma anche, probabilmente, di un approccio diverso con la squadra. Rossi quando tornò in Yamaha definì l’esperienza passata un errore. Con il “Dovi”, la possibilità di crescere senza l’assillo di un Mondiale ha creato quella coesione di intenti che mancava ed ora, a distanza di anni, i frutti si raccolgono.
Qualcuno potrebbe chiedersi: “La Ducati ha però ingaggiato Jorge Lorenzo, pagandolo anche tanto per l’obiettivo iridato ed anche per lui è un fallimento?”. La risposta è “Ni”. E’ ovvio che il maiorchino preferirebbe essere al posto del suo compagno di squadra e, per l’investimento fatto dalla Casa italiana, ci sarebbe aspettati ciò. Tuttavia, in un background così equilibrato, piccoli dettagli fanno la differenza e la conoscenza del mezzo e della squadra da più tempo sono aspetti favorevoli al n. “04”.
Per cui, comunque andrà a finire sarà un successo perché a distanza di anni a Borgo Panigale si è respirata aria da Mondiale e questo è stato possibile grazie ad un centauro poco sponsorizzato.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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