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MotoGP, Mondiale 2017: Johann Zarco, un pilota sempre (oltre) il limite…

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Abbiamo ancora negli occhi lo spettacolo offerto dalla gara del Gran Premio d’Australia. Sei piloti a battagliare dal primo all’ultimo giro in testa, cosa che non si vede spessissimo in MotoGP. Tra i contendenti alla vittoria a Phillip Island c’era anche Johann Zarco, protagonista forse inatteso, ma alla fine neanche tanto visto che si tratta a tutti gli effetti della rivelazione di questo 2017. Il francese è stato assoluto mattatore della gara di oggi, con tante manovre al limite frutto della sua oramai proverbiale aggressività. Il pilota del team Tech3 è andato vicinissimo a raggiungere il secondo podio della sua stagione d’esordio nella classe regina, dovendosi accontentare della quarta piazza proprio all’ultima curva.

Quanti qualche anno fa avrebbero pronosticato uno Zarco protagonista in questa MotoGP così competitiva? Molto pochi, a dire il vero. Sin dai primi anni nel Motomondiale il transalpino non è mai stato considerato un top rider. Anche nel 2011, quando arrivò secondo nel Mondiale dell’allora classe 125, aiutato più dalla continuità di risultati che dalle vittorie (sei secondi posti più o meno consecutivi): ne arrivò infatti una sola, sul finire del campionato, una gemma rimasta isolata per tanto tempo. Lo stesso si è verificato in Moto2. Fino alla stagione 2015, anno in cui qualcosa è cambiato. Johann ha fatto un vero e proprio salto di qualità, vincendo otto gare e prendendosi il titolo iridato, il primo della sua carriera.

L’etichetta, però, era stata oramai appiccicata e nemmeno la riconferma nell’anno successivo è servita a renderlo un top rider, al contrario del suo rivale Alex Rins, considerato da molti il più talentuoso dei due. Quindici vittorie in due anni viste come frutto del lavoro, della costanza, più che del talento. Come se la stoffa di un pilota non fosse anche questa. Alla fine, però, sono i risultati a fare la differenza, a contare realmente. Ed ecco che qualcuno si è accorto di Johann, ovvero Herve Poncharal, che gli ha dato la chance di guidare la MotoGP del Team Tech3. Un’opportunità che Zarco ha preso al volo, smentendo i critici e facendo subito vedere di che pasta è fatto. Ci ha messo pochissimo, infatti, a mettersi davanti a tutti (già alla prima gara in Qatar, finita poi in terra), a prendersi il primo podio (a Le Mans) e la prima pole position (ad Assen, poi replicata a Motegi).

Nella classe regina, adesso, Zarco è riuscito finalmente a staccarsi l’etichetta di pilota regolare e poco talentuoso, per prenderne una forse peggiore. Quella di un corridore aggressivo, troppo, spesso oltre il limite. Sin dalle prime gare, infatti, il francese si è reso protagonista di manovre che a molti non sono piaciute. Su tutti Valentino Rossi. I due si sono prima “scontrati” ad Austin, con l’italiano autore di un taglio di curva che gli costò tre decimi di penalità, poi ad Assen, quando il “Dottore” esplose commentando che Zarco non è cattivo, è che proprio non è capace. Johann, però, come ha sempre fatto nella sua carriera, ha rispedito le accuse al mittente non solo a parole, ma anche in pista.

Come oggi a Phillip Island. Una gara che lo ha visto protagonista di tanti sorpassi, sempre al limite, e a volte anche oltre. “È la MotoGP: se ho l’occasione di passare devo farlo, non chiedermi se posso o no“. Johann è fatto così, prendere o lasciare. Questa è la sua interpretazione della top class e per quanto ad alcuni suoi colleghi non piaccia (“guida come se giocasse alla Play Station“, ha dichiarato recentemente Jorge Lorenzo) non è detto che sia sbagliata. Magari c’è da lavorarci, per capire quando essere aggressivo e quando no, ma per il momento va bene così, perché il francese è ancora nel pieno del suo processo di adattamento alla MotoGP. La base, intanto, è più che discreta e la corsa di Phillip Island una certezza ce l’ha lasciata: i critici, se non lo hanno ancora fatto, devono ricredersi perché sì, anche a suon di sportellate, Zarco al top ci è arrivato ed ha tutto il diritto di rimanerci a lungo.

 





 

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alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: Lorenzo Di Cola

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