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MotoGP, Mondiale 2017: la resa di Andrea Dovizioso e della Ducati. Troppo discontinui al cospetto di un Marquez cinico e concreto

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La corsa al titolo Mondiale 2017 di MotoGP è ormai segnata. Il GP d’Australia, a Phillip Island, era atteso per darci delle risposte e sono arrivate puntualmente: Marc Marquez si merita questo titolo ed Andrea Dovizioso e la Ducati non si sono dimostrati sufficientemente consistenti su una pista, di base, poco gradita alle caratteristiche della D16.

UN MARQUEZ CINICO E CONCRETO – L’immagine odierna è quella di un pilota, talmente consapevole delle proprie qualità, da potersi permettere un gioco strategico quasi da “Risiko” in pista. Lucidità, razionalità ed aggressività condensate in 27 giri le peculiarità del Cabronçito, a segno per la sesta volta in stagione e bravissimo a lasciar sfogare i compagni di gruppo nelle prime fasi per poi cambiare il ritmo nelle ultime tornate. Quando le gomme finiscono per tutti, il 5 volte campione del mondo rompe gli indugi e non ce n’è per nessuno. Un po’ come faceva il Valentino Rossi dei bei tempi, Marc ha imparato alla perfezione la lezione di chi è stato un suo riferimento e l’ha replicata fedelmente nella corsa più importante dell’annata. Un successo dal gusto iridato particolarmente intenso.

LA RESA DI DUCATI E DI ANDREA DOVIZIOSO – Anche se non la si vede chiaramente, la bandiera bianca è alzata. I 27 giri australiani sono simili ad un montante destro per la Casa di Borgo Panigale ed il suo alfiere. Le qualifiche di ieri e quel mesto 11° posto avevano evidenziato tutte le difficoltà del “Dovi” e della D16 nel trovare il giusto feeling con il layout “Aussie”. Quell’errore poi nel secondo giro in corsa, obbligando il centauro italiano a ripartire dall’ultima piazza, è stato il colpo di grazia. 13° posto è il responso finale di una Phillip Island amarissima che dimostra come e quanto la moto italiana e lo stesso Andrea non siano all’altezza di un fenomeno come Marc. I problemi di percorrenza di cui qualcuno si era dimenticato sono ricomparsi su una pista in cui il dogma è: “Farla correre in curva comunque e sempre”. Una qualità che la Rossa ancora non ha e giustificando in parte quanto visto quest’oggi. Ci si era illusi? Forse si ma questo non toglie nulla alla strepitosa stagione fatta dal team italiano e dal pilota. Molto più semplicemente lo spagnolo e la Honda sono stati più forti.

CHIUDERE CON ORGOGLIO – Tra una settimana si andrà in Malesia e lì forse la Ducati potrebbe ritrovare se stessa su un tracciato dove l’anno scorso il “Dovi” seppe vincere. Con il campionato che ha preso una via spagnola, non resta altro che gareggiare per il successo di tappa e dimostrare di aver voltato pagina.

 





 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: Lorenzo Di Cola

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