Sci Alpino

Sci alpino, Coppa del Mondo 2017-2018: Roberto Nani vuole ritrovare se stesso

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Nell’Italia che si appresta ad affrontare la Coppa del Mondo di sci alpino 2017-18 c’è un azzurro che più di ogni altro è chiamato alla riscossa e a riscattare le ultime due stagioni, particolarmente opache dal punto di vista dei risultati. È Roberto Nani, ex enfant prodige del movimento sciistico azzurro che nel momento clou della carriera non è riuscito a compiere il salto di qualità al quale era atteso.

Nani, però, è un classe 1988 e a 29 anni può ancora essere protagonista nella stagione che sta per cominciare. Il gigantista, nativo di Livigno, nel 2014 e nel 2015 chiudeva rispettivamente all’ottavo e al decimo posto la classifica di specialità, dimostrando di avere un grande talento sulla neve e di potersela giocare con i migliori della disciplina. Se fino a quel momento il miglior piazzamento era stato un quinto posto, colto in due occasioni, proprio due anni fa Roberto Nani aveva iniziato alla grande la stagione 2015-16, conquistando proprio a Soelden il miglior risultato della carriera, un quarto posto.

Era un piazzamento che lasciava presagire una grande annata, quella della consacrazione dopo le buone prestazioni del 2013-14 e 2014-15 ma in realtà, da quel momento, qualcosa in Roberto si è rotto: troppo grande, forse, la pressione piovuta sulle sue spalle dopo l’ottimo inizio di carriera e la responsabilità di dover essere il gigantista di punta dell’Italia. Da quel quarto posto del 2015, Roberto non si è più ripreso, entrando in crisi a livello tecnico e mentale e subendo inoltre diversi infortuni che ne hanno minato le certezze. Nella scorsa stagione, il miglior piazzamento è stato un diciottesimo posto in Alta Badia, troppo poco per come ci aveva abituati all’inizio.

L’anno olimpico, però, può fungere da motore per le aspirazioni e la voglia di riscatto dello sciatore di Livigno. A Soelden, due anni dopo il miglior risultato della carriera, riparte la caccia di Roberto Nani a una stagione da protagonista nel suo gigante.

 



Foto: Marco Tacca Pentaphoto

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