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Arco
Tiro con l’arco, Mondiali 2017: azzurre, solo un incidente di percorso. Il talento non manca, l’obiettivo resta Tokyo 2020
I Mondiali di tiro con l’arco di Città del Messico si sono chiusi con un bilancio positivo per i colori azzurri, con l’Italia che si è confermata una delle principali potenze di questo sport. Andando ad analizzare nel dettaglio le prestazioni dei nostri atleti, troviamo però un settore apparso in netta difficoltà rispetto agli altri. Stiamo parlando del ricurvo femminile.
Tatiana Andreoli, Vanessa Landi e Lucilla Boari hanno tirato ben al di sotto delle proprie capacità nelle qualificazioni, andando così a realizzare un punteggio complessivamente troppo basso. Infatti nella classifica a squadre l’Italia ha chiuso in 17ma posizione, non riuscendo ad accedere al tabellone principale.
Un risultato che potrebbe apparire molto negativo, se pensiamo che poco più di un anno fa l’Italia si giocava il bronzo alle Olimpiadi di Rio 2016. Tuttavia del terzetto olimpico è rimasta solo Boari, mentre Guendalina Sartori e Claudia Mandia sono state sostituite dalle giovanissime Vanessa Landi (20 anni) e Tatiana Andreoli (18 anni). Un ricambio generazionale quindi netto, che modifica totalmente i parametri di giudizio. Infatti il risultato di questa rassegna non va preso in quanto tale ma parte di un percorso di crescita in vista di Tokyo 2020.
Per questo motivo la débâcle di Città del Messico va considerata come un semplice incidente di percorso, assolutamente comprensibile per tre ragazze così giovani, che pagano l’inesperienza in degli eventi di tale importanza. Infatti il talento di queste atlete non è in discussione. Basta ricordare che ad inizio ottobre, il terzetto azzurro ha conquistato l’oro a squadre juniores ai Mondiali giovanili di Rosario, un’impresa mai riuscita prima dalla nostra Nazionale.
Stiamo parlando quindi di una squadra che possiede un potenziale enorme e in ottica futura potrebbe arrivare tra le migliori del mondo. Il cammino verso Tokyo è ancora lungo e ci sarà tempo per migliorare e imparare a gestire la pressione nei grandi eventi. Quanto successo a questi Mondiali non cambia quindi il percorso delle azzurre, che avranno sicuramente modo di rifarsi nei prossimi anni.
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alessandro.farina@oasport.it
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Foto: World Archery