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Ciclismo
Tour de France 2018, domani (17 ottobre) la presentazione del percorso. Le anticipazioni: torna il pavè? Nibali osserva…
Mancano ormai poco più di 24 ore alla presentazione del Tour de France 2018: la Grande Boucle sarà il primo dei tre grandi giri a mostrarsi al mondo in vista della prossima stagione, con tante curiosità che andranno a dissiparsi in favore di solide certezze. Proviamo a ricapitolare il percorso, o quantomeno le anticipazioni emerse negli ultimi mesi.
In particolare, La Flamme Rouge ha raccolto quanto possibile negli ultimi mesi, stilando una bozza plausibile del percorso che i corridori andranno ad affrontare nel prossimo mese di luglio. Tutto certo per quanto riguarda la Grande depart dalla Vandea, con le prime due frazioni riservate ai velocisti che non dovrebbero incidere più di tanto (salvo vento) sulle sorti della classifica generale. Già la terza tappa, a Cholet, cambierà tutto: 36 chilometri contro il tempo in una cronosquadre che si annuncia determinante ai fini degli sviluppi delle tattiche di corsa per la sua lunghezza e la sua collocazione, molto particolari e sicuramente influenti nella lotta per la maglia gialla. Per il resto, anche quarta e quinta tappa (con possibilità di sterrato) saranno pianeggianti. Sempre nella prima settimana, oltre un paio di arrivi stimolanti dal punto di vista altimetrico come il Mur de Bretagne, dovrebbe tornare anche il pavé, in particolare in una nona tappa con arrivo a Roubaix: secondo le ultime notizie, però, i tratti sulle pietre potrebbero essere solo due, per un totale di poco superiore ai 3 chilometri. Il settore del Carrefour de l’Arbre, che sembra sicuro, potrebbe comunque scremare il gruppo (e causare problemi tecnici o di cadute), ma sarà difficile produrre differenze sostanziali.
Superato quest’ostacolo, in programma il primo giorno di riposo con spostamento a sud, e già dal secondo martedì di corsa si attaccheranno le Alpi con tre frazioni che inizieranno a delineare la classifica. Si parte con la Annecy-Le Grand Bornard, che dovrebbe prevedere un arrivo in discesa dopo il Col de la Romme e il Col de la Colombiere, mentre la prima parte della frazione potrebbe essere caratterizzata dal Plateau des Glieres, molto duro e con un finale anche in sterrato. Si parla anche del Plateau des Glieres nella prima parte della frazione, con 4 chilometri molto duri e un tratto non asfaltato in vista della vetta. Il primo arrivo in quota dovrebbe essere il giorno successivo a La Rosiere: pendenze abbordabili, nonostante una parte centrale spesso tra l’8 e il 10%, ma potrebbe arrivare al termine di una frazione molto dispendiosa. Il giorno dopo, per concludere il trittico, arrivo in cima all’Alpe d’Huez, salita storica del Tour de France. In questo caso resta ancora molto da capire sul percorso che affronteranno i corridori per arrivare alla salita e successivamente alla vetta, con tre alternative percorribili (il versante classico, il Col de la Sarenne o Villard-Reculas).
La tredicesima tappa dovrebbe essere dedicata alle ruote veloci, mentre il sabato e la domenica che seguiranno a ruota dovrebbero prevedere arrivi a Mende e Carcassone, che sulla carta potrebbero essere ideali per tappe di media montagna, insidiose anche per i big. Dopo il secondo giorno di riposo si ripartirà proprio da Carcassone, per andare verso i Pirenei, che però ancora non danno particolari certezze. Il primo arrivo in quota dovrebbe essere a Superbagneres, proprio il giorno dopo il riposo, anche se sono cresciuti dubbi nell’ultimo periodo. Per il resto, di realmente importante dovrebbe esserci un passaggio sul Tourmalet a precedere l’arrivo a Luz Ardiden, e un traguardo sulla salita di Laruns-Artouste, ascesa lunga ma pedalabile alla diciottesima tappa. In ottica classifica, fondamentale il sabato con una cronometro individuale di circa 30 chilometri vallonati che dovrebbe delineare la classifica il giorno prima della passerella di Parigi sui Campi Elisi.
Per quanto emerso fino a questo momento, da sottolineare la presenza di soli 30 chilometri contro il tempo (cui va aggiunta la cronosquadre), tanti arrivi in salita ma anche terreno su cui provare ad inventare qualcosa, con diverse tappe che potrebbero avere un disegno stimolante, come quella di Mende. Il pavé, purtroppo, sembra possa essere molto limitato ma sempre pericoloso per tutti, specialmente i meno avvezzi a questo genere di terreni. Nell’anno in cui si attende la grande sfida tra Chris Froome, Nairo Quintana, Tom Dumoulin e Vincenzo Nibali, oltre corridori come Romain Bardet, il ritrovato Rigoberto Uran e Thibaut Pinot, il palcoscenico può essere favorevole per tutti i potenziali contendenti alla maglia gialla. La presentazione al Palazzo dei Congressi di Parigi, in ogni caso, dovrebbe chiarire tutti i dubbi in maniera definitiva.
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gianluca.santo@oasport.it
Foto: Foto: © ASO/Pauline Ballet