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Tuffi, Tania Cagnotto: “La porta del ritiro non è più così chiusa, ci penserò. Magari è la gravidanza. O quel martello di Francesca Dallapé…”

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Tania Cagnotto ha rilasciato un’interessante intervista a La Stampa. L’ex tuffatrice bolzanina sarà questa sera ospite al Festival della Scienza per parlare di “The zone”, il punto più prossimo alla condizione ideale che un atleta possa raggiungere, insieme a Stefano Baldini. Ognuno impiega il proprio tempo per arrivarci. Io purtroppo ci sono arrivata tardi. Il picco del corpo non sempre coincide con quello della testa“. Un esempio? A Rio. Ero convinta di essere al meglio quattro anni prima a Londra. Invece, se guardi le immagini, non avevo una bella cera e lo sapevano anche le mie avversarie. Ero tirata allo spasimo ed ogni imprevisto mi poteva devastare. Come è successo“.

Quindi non era quello il tuo meglio. Ero molto preparata ma senza convinzione. Da lì ho messo in piedi tutta la squadra con nutrizionista, psicologa, preparatore atletico. Sembra ovvio ma per l’Italia questo approccio non lo è affatto. Ho dovuto pretenderlo e avuto la forza di farlo solo a quel punto della mia carriera“. Si può ottenere dunque il massimo senza essere al top? “Certo, ma non è ripetibile e non vale a tutti i livelli. Io ho fatto un podio ai Mondiali del 2011 con un polso quasi rotto. A volte conoscere i propri limiti e non sbavare dove sai di non doverlo fare è fondamentale“. Cosa è cambiato negli anni della sua lunga carriera? “Devo dire che rivedere i miei tuffi con l’IPad mi ha aiutata molto“.

E ora un figlio in arrivo. Certe mattino nel dormiveglia mi tocco la pancia e prima di ricordarmi che sono incinta mi chiedo ‘ma perché sono così gonfia?’. Sono talmente abituata ai campanelli d’allarme che mi dimentico che non sto preparando le Olimpiadi!“. Dubbi sul ritiro? “Ero molto convinta. Ora non lo sono più. Magari è la gravidanza che gioca brutti scherzi oppure quel martello di Francesca Dallapé. Ogni giorno mi tormenta. ‘Vedrai quando sarai mamma che voglia che ti torna!’. Dico solo che non è più una porta così chiusa. Ma fortunatamente non ci devo pensare subito. Mio figlio nascerà a gennaio. Se ne riparlerà“.

 





 

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alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: Federbaseball

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