Calcio
APOCALISSE ITALIA: la Caporetto definitiva. Il funerale della Nazionale, la disfatta totale. Niente Mondiali, è l’anno zero
Si possono sprecare tante parole per descrivere l’eliminazione dell’Italia dai Mondiali 2018, per parlare della mancata qualificazione della nostra Nazionale alla rassegna iridata, evento successo soltanto una volta nella storia e correva il lontano 1958. Dopo 60 anni gli azzurri rimangono a casa da uno degli eventi sportivi più importanti a livello assoluto (solo le Olimpiadi estive hanno più clamore, a livello economico è in linea solo con la Coppa del Mondo di rugby), lo facciamo in quello che è il nostro sport nazionale, nella disciplina praticata da qualsiasi ragazzino nella sua vita, chiunque nello Stivale ha toccato un pallone nella propria vita, chiunque ha sognato di diventare un calciatore professionale e di vestire la maglia azzurra. L‘ecatombe si è materializzata a San Siro, i Cavalieri dell’Apocalisse sono vestiti di giallo.
Una vera e propria Caporetto, un’Apocalisse di dimensioni inaudite, una tragedia, una catastrofe totale. Siamo all’anno zero, abbiamo raschiato il barile, peggio di così non poteva andare: a 11 anni dal mitologico trionfo di Berlino, dopo due eliminazioni consecutive alla fase a gironi, arriva addirittura una mancata qualificazione. Un cappotto totale che per dimensioni sociali, storiche, sportive può essere paragonato solo dalla figuraccia contro i dilettanti della Corea del Nord ai Mondiali 1966: dentisti, insegnanti, fruttivendoli, macellai ci mandarono a casa dall’Inghilterra e lì cambiò anche la storia del nostro calcio.
C’è un’atmosfera funebre su tutta la Nazionale, è la pagina nera per eccellenza e soprattutto il futuro non è roseo, anzi. Non c’è ottimismo: oggi si sono ritirati i senatori Buffon, Barzagli, De Rossi e tra poco lasceranno anche Bonucci e Chiellini. Non abbiamo un fenomeno, non abbiamo un vero e proprio talento che ci possa trascinare, non ci sono grandi nomi in giro, fatichiamo tecnicamente e fisicamente: siamo usciti contro una modesta Svezia, non siamo riusciti a segnare in 180 minuti, a Stoccolma siamo stati troppo contratti e la spinta di San Siro non è bastata (mista a tanta sfortuna, occasioni sfumate e un calcio di rigore non concesso). Si dovrà ripartire dai vivai, si dovrà dare più fiducia agli italiani, le società dovranno dare una mano alla Nazionale ma di tutto questo se ne parlerà nei prossimi giorni.
Siamo colati a picco con un pessimo CT che non ha avuto nemmeno la forza di presentarsi davanti ai microfoni, incapace di dare la carica giusta a tutta la squadra, confuso anche nella definizione della formazione, azzardando un undici inatteso. Dopo il ko contro la Spagna, l’Italia ha perso la propria identità tattica e il doppio match contro la Svezia ci ha affossato totalmente. Siamo semplicemente fuori dal Mondiale, è tutto il Paese ad aver perso, è il calcio a essere colato a picco.