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Basket
Basket, Danilo Gallinari: “Solo Belinelli si è fatto sentire. Io mi sarei comportato diversamente”
Sono passati 4 mesi da quel pugno nel corso del match di preparazione della Nazionale Italiana di basket contro l’Olanda che vide protagonista Danilo Gallinari. Settimane di silenzi e riflessioni ed anche di cure per la frattura rimediata alla mano con conseguente addio agli Europei 2017. Tanto è stato scritto in questo periodo ed, intervistato dalla Gazzetta dello sport, il giocatore ora in forza ai Los Angeles Clippers ha espresso il suo punto di vista su quanto accaduto dopo l’episodio negativo.
“Nonostante la fisioterapia, ho meno forza, sopratutto quando rilascio il pallone. Ci vorrebbe un’operazione però i medici mi sconsigliano. Se ha notato, quando vado in penetrazione appoggio a canestro con la sinistra”, sottolinea il “Gallo” che poi rivela con chi sia sentito in queste settimane: “Con Belinelli e via e-mail con Ettore Messina. Nessun’altro si è fatto vivo. Sinceramente mi aspettavo di sentire qualcuno, in particolare dalla federazione. Io mi sarei comportato in modo diverso. Lo sanno tutti che ho commesso un errore ma del gruppo dell’Europeo solo il “Beli” si è fatto vivo“.
Un Gallinari che, come logico, ancora pensa a quella serata della finale della Trentino Cup non senza rammarico: “Se non mi fossi fatto male, non saremmo qui a parlarne. La faccenda si sarebbe chiusa in fretta perchè il giorno dopo sarei andato ad allenarmi in gruppo e sarei andato all’Europeo. Invece ho perso l’occasione di giocare coi miei compagni. Ho capito immediatamente di aver fatto una cavolata nel momento in cui mi sono guardato la mano. Il gesto è un errore, ovvio, ma può capitare. Nel momento del pugno non ho avvertito dolore, poi mi sono accorto che l’osso fuori posto e ho pensato subito che avrei saltato l’Europeo”.
Il giocatore dei Clippers chiarisce che sarà a disposizione della Nazionale: “Per la maglia azzurra questo ed altro. Ora però debbo recuperare da due strappetti muscolari. Non mi sono neppure accorto. Al principio credevo fosse una botta e ci ho giocato sopra, poi abbiamo fatto degli esami e c’è stata la diagnosi. Temo che per tornare mi ci vorranno ancora 10 giorni“.
Parlando poi della sua nuova squadra Danilo sottolinea la necessità di trovare l’amalgama giusta per far fronte anche ai tanti infortuni: “Siamo in cerca della nostra identità. Personalmente stavo cercando di inserirmi con calma. Devo eseguire meglio il tiro da tre punti. Se la mira si aggiusta, bastano due triple in più e statisticamente miglioro il mio score. Colpa della mano? Probabile ma non voglio scuse“.
L’azzurro ha poi chiarito la scelta di andare a Los Angeles: “Ho avuto offerte anche da Boston, Utah e Toronto, ma ho scelto L.A. perchè mi piacevano progetto e giocatori. E poi ho saputo che mi voleva Jerry West in persona, il logo della NBA. Che onore incontrarlo!”
E poi un pronostico secco sull’esito finale della lega più importante del mondo: “Rivedremo la solita finale Golden State contro Cleveland”.
giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: Credit Ciamillo