Biathlon

Biathlon, Lukas Hofer: “Ripetere Sochi sarebbe il massimo, la staffetta vi regalerà sorprese…”

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ESCLUSIVA OA SPORT – Il carabiniere azzurro Lukas Hofer ci ha rilasciato un’intervista direttamente dal ritiro di Oestesund (Svezia), dove gli azzurri stanno preparando la prima tappa di Coppa del Mondo di biathlon. Il 28enne altoatesino è determinato a tornare a regalare emozioni ai tifosi azzurri, dopo due stagioni difficili caratterizzate da infortuni e malanni.  Il vincitore della sprint di Anterselva nel 2014 punta a ritrovare l’equilibrio e le buone sensazioni in pista e al poligono per potersi esprimere al meglio durante la stagione che porterà ai Giochi Olimpici di PyeongChang.

La scorsa annata di Coppa del Mondo è stata caratterizzata da buone prestazioni con alti e bassi ma purtroppo anche condizionata da alcuni malanni nei momenti clou della stagione che non ti hanno permesso di esprimerti al meglio?

“L‘anno scorso la stagione è partita abbastanza bene con il podio nella mista di Oestesund. Purtroppo subito dopo ho avuto continui problemi di salute, dal momento che ero spesso ammalato. Grazie agli allenamenti durante il periodo natalizio e le gare di Oberhof mi sentivo finalmente in forma per poter fare delle belle gare. Sfortunatamente ho avuto una ricaduta alla vigilia della 20 km di Anterselva, che mi ha costretto a saltare la tappa di casa. Non mi sentivo al top, ma volevo dare comunque il massimo ai Mondiali di Hochfilzen. Sono ancora riuscito a gestire bene le due staffette, visto anche il format più corto di gara, ma dopo la sprint sono stato costretto a saltare l’inseguimento, compromettendo il weekend iridato. A questo punto, mi sono preso dei giorni di riposo perchè avevo bisogno di guarire completamente per poi ripartire con gli allenamenti. Dalla Gran Fondo di Val Casies sono riuscito finalmente a mettere da parte i malanni e finalmente ritrovare belle sensazioni fino alla fine della passata stagione, dove spero di riprendere in questa stagione proprio con le stesse sensazioni”.

A differenza del passato, sei riuscito a sparare meglio sia in piedi che a terra (75% e 83%) per un complessivo 79%. Proprio nel tiro a terra in diverse occasioni hai cercato di essere cauto ed il più preciso possibile, mentre in alcune occasioni (nelle staffetta a Pyeonchang e nella single mixed di Kontiolahti), reduce da ottime prestazioni, hai provato a rischiare sfruttando l’utilizzo delle ricariche. E’ forse la continuità che ti è mancata al tiro durante la stagione, che non ti ha poi permesso di esprimerti al massimo delle tue doti anche in pista?

“Il tiro in piedi mi è sempre piaciuto di più, magari anche perché a terra spesso cerco troppo la precisione. Infatti l‘ obiettivo principale di quest’anno è quello di tornare a sparare più liberamente a terra, vedremo se riuscirò a portare i miglioramenti in gara. Durante le staffette si rischia sempre un po’ di più visto che ci sono le tre ricariche, ma nelle gare citate effettivamente ho rischiato un po’ troppo. Ma dagli errori si deve imparare. Chiaramente, con troppi errori al poligono è anche difficile esprimersi al meglio sugli sci, perchè ti condizionano sempre e la testa nel nostro sport pesa parecchio”.

La stagione olimpica sta per aprirsi, anzi abbiamo avuto un antipasto nei Campionati Estivi su skiroll di Anterselva dove c’è stata una bella lotta con Dominik Windisch nella sprint. I test estivi, anche quelli disputati a Ruhpolding, ti hanno soddisfatto?

“Le gare estive sono sempre qualcosa di diverso, lo consideriamo un ottimo allenamento. Infatti anche ai Campionati italiani abbiamo gareggiato dopo una settimana ricca di allenamenti a carico intenso. Il primo giorno nella sprint mi sentivo ancora bene, il giorno successivo nell’inseguimento ho patito abbastanza i lavori sulla forza. Ma l’ importante durante l’ estate è allenarsi e una gara rimane sempre il miglior allenamento. A Ruhpolding ero più che contento della forma sugli skiroll, ma anche il tiro mi sono trovato bene, a parte in qualche serie, ma è ci può stare durante la preparazione”.

Ricordiamo che ad inizio preparazione sei stato operato al setto nasale proprio per ridurre il rischio di incorrere in malesseri che ti hanno condizionato nella passata stagione. Come è andata complessivamente la preparazione e come ti senti dopo la prima fase del raduno norvegese sulle nevi di Sjusjoen? Nei test dello scorso weekend hai lottato per il podio nella sprint, ma anche nella mass start sono arrivate delle buone indicazioni, soprattutto per il passo sugli sci. Il modo migliore per arrivare pronti al via della stagione per le gare di Oestersund (Svezia)

“L‘intervento per me è stato fondamentale, visto i malanni degli anni scorsi. In questo modo sono riuscito ad affrontare bene anche la preparazione estiva, senza intoppi. L‘ unico infortunio a cui sono incorso è stata la rottura parziale del collaterale destro, ma fortunatamente è successo appena prima dell’ operazione al setto nasale, cosí sono riuscito a riprendermi completamente senza fretta.
Ho svolto tutto il lavoro della programma di preparazione e finalmente sono partite anche alle gare, con le prove di Sjusjoen, affrontate dopo una settimana su cui abbiamo caricato molto a livello di allenamento. Nella sprint mi sono comportato benissimo sia sul tiro che sul fondo. Ho avuto invece qualche problema con il vento durante la mass con le serie a terra, ma in piedi sono riuscito a limitare gli errori al poligono. La forma sugli sci sta crescendo in vista della Coppa del Mondo, ma c’è ancora tempo. Partire bene è sempre un aiuto mentale”.

A PyeongChang sei riuscito a disputare delle buone gare. Come valuti la pista e il contesto anche in ottica dei Giochi Olimpici, pensi che possano incidere il fuso orario e la neve scarsa come è successo nelle preolimpiche?

“La pista olimpica mi piace moltissimo, credo che per le gare ci sarà anche abbastanza neve. Il poligono da un lato è facile visto l‘arrivo in discesa, ma d’altro canto bisogna stare attenti al vento! Con il fuso orario non ho mai avuto troppi problemi, perché c’è sempre abbastanza tempo di abituarsi prima delle gare”.

L’obiettivo è eguagliare la medaglia conquistata a Sochi?

“Ripetere nuovamente la prestazione di Sochi sarebbe chiaramente il top, ma non sarà facile, perché di medaglie ce ne sono soltanto tre. Ma ci proveremo fino alla fine!”.

Tu sei l’atleta azzurro più esperto, con 230 presenze in Coppa del Mondo e si avvicina per te la terza partecipazione ai Giochi. Il clima in squadra è sempre positivo e motivato per alzare sempre più il livello. C’è la sensazione, anche di voler compiere un’altra grande impresa, lavorando al massimo per farsi trovare puntali in Corea a lottare con i big della disciplina per le medaglie?

“Ormai sono il più vecchio della squadra, ma poterlo dire questo a 28 anni ha un gusto diverso, non sapevo nemmeno di aver disputato così tante gare in Coppa del Mondo, ma la voglia e la motivazione di lottare per le prime posizioni non mancano di certo!
Siamo una squadra giovane, e ci divertiamo tantissimo. Ci sono momenti dove si scherza e momenti dove si discute e si lotta. Il bello è che riusciamo ad aiutarci insieme, per crescere sempre di più”.

Il livello della squadra italiana maschile è comunque complessivamente buono, se consideriamo il quinto posto nella staffetta di Hochfilzen. Pensi che possa essere un risultato di stimolo per la crescita di Thomas Bormolini e Giuseppe Montello? Inoltre pensi che verso i Giochi si possa adottare una tattica più aggressiva, schierando tu e Dominik nelle ultime due frazioni?

“Bormolini e Montello da quando sono entrati in squadra sono crescuti tantissimo e lo hanno già dimostrato più volte. In vista della staffetta ci sarà qualche sorpresa per tutti i nostri tifosi, sono sicuro che porterà anche i suoi frutti durante questa stagione!”.

Anterselva per te è come una seconda casa, sei anche l’ultimo vincitore azzurro con il successo nella sprint del 2014. Non a caso sei tra gli ambasciatori dei Mondiali di Anterselva 2020 e anche il tuo Gaudi di aprile è sempre più ricco di amici e appassionati di biathlon.

“Esatto, é la mia seconda casa, visto tutto il tempo che passo da quelle parti. É un gran onore poter rappresentare Anterselva; É diventato un centro fondamentale per me, grazie a tutte le strutture che offre a noi biathleti! Da giovane sognavo di poter disputare i Campionati Mondiali in casa e nel 2020 ci sarà finalmente la possibilitá di gareggiare lì dove tutto è iniziato. La mia gara Gaudi é sempre un bel ritrovo dopo la stagione, per divertirsi, ma sopratutto per fare provare a tutti gli appassionati almeno per una volta il nostro sport!”.





Hai accompagnato tanti tuoi compagni di nazionale in un tuffo nel vuoto con il parapendio, la tua grande passione. Chi è invece tra i tuoi compagni il più fifone che hai provato a convincere a volare con te?

“Volare é sempre stato un mio sogno! Grazie al parapendio riesco a vivere questo sogno e in più posso anche condividere la mia passione con i miei amici e compagni. Quasi tutti i miei compagni di squadra hanno accettato di volare con me, ma la cosa più importante è che vogliono farlo loro. Non posso obbligare nessuno di venire, perché un pò di rispetto e di paura c‘é sempre, anche se dopo contenti per aver vissuto un’esperienza indimenticabile. Ma fino ad oggi sicuramente la più fifona è Lisa Vittozzi…”.

nicolo.persico@oasport.it

Foto: Serge Schwan (FISI)

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