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Calcio, Giovanni Malagò: “Non possiamo commissariare la FIGC. Sarebbe la scelta doverosa ma farebbero ricorso al Tar”

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La FIGC non verrà commissariata, almeno per il momento. Questa la decisione di Giovanni Malagò, Presidente del Coni, dopo la riunione straordinaria convocata per la giornata odierna. Il numero 1 dello sport italiano rinvia ogni decisione formale al prossimo 11 dicembre “perché altrimenti ci farebbero ricorso al Tar“.

Malagò aggiunge però che “il commissariamento sarebbe l’unica soluzione, anzi la scelta doverosa. La crisi del calcio coinvolge il sistema Paese in modo non paragonabile con nessun’altra Federazione. E’ una piena che travolge tutto e tutti. Sarebbe poco serio far finta che non sia successo nulla. Da questo punto di vista la mia posizione è categorica: il calcio italiano va riformato, vanno cambiate le regole e lo si può fare solo con un Commissariamento lungo, che cambi lo Statuto. Perché quello attuale impedisce di cambiare le cose, e su questo tutti in Giunta sono d’accordo. Non abbiamo discusso di Tavecchio, che rispettiamo. Il presidente paga la scelta di un allenatore che non ci ha portato al Mondiale, com’è giusto. Abbiamo affrontato i problemi del calcio e della Figc. Con queste regole forse qualcuno può fare meglio, ma quanto? Ecco perché qui siamo tutti convinti che il Commissariamento sia doveroso“.

Malagò precisa: “Se avessimo varato il Commissariamento ci saremmo esposti a un ricorso al Tar e non ce lo possiamo permettere. La FIGC è stata commissariata 11 volte, qui siamo di fronte a problemi strutturali. Il calcio dice no, allora sostituiamo chi si è dimesso e andiamo avanti? Secondo me servirebbe a poco. Riunire i rappresentanti del calcio intorno ad un tavolo? E per fare cosa? Perdere tempo? Questi signori hanno già detto che non ne vogliono sapere. Aspettiamo le elezioni di B e A, ricordo che in A devono riempire 9 caselle. Se questo succede, tanti auguri al calcio. Noi continueremo a pensare che avrebbe avuto bisogno di altre soluzioni. Se mi sento preso in giro dalla Serie A? No, penso che sia una vittima. La A non ha potuto partecipare, ora ha il potere di prendere la decisione di cambiare le regole. Con questi presupposti, nessuno ora riuscirebbe a trovare un ampio consenso. Cosa potrebbe fare con poco più del 50%? I tempi? Entro l’11 dicembre. E conoscendo Carlo Tavecchio, per rispetto delle istituzioni non convocherà le elezioni prima di quella data“.

 





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