Ciclismo
Ciclismo, il futuro di Gianni Moscon. Sarà capitano al Team Sky? In caso contrario, meglio cambiare dal 2019
Gianni Moscon, per quanto visto nell’ultima stagione, rappresenta il futuro del ciclismo italiano. Quinto alla Parigi-Roubaix, terzo al Lombardia, competitivo alla Vuelta a España come gregario di Chris Froome e tra i migliori al Mondiale a cronometro. Il trentino è senza dubbio tra i più forti e completi del panorama internazionale, ma il Team Sky potrebbe limitare le sue ambizioni impiegandolo soprattutto con il ruolo di gregario. Quale potrebbe essere il suo futuro?
Al momemento, Gianni sembra essere in una situazione perfetta. Il Team Sky tende a focalizzare gli sforzi in favore di un unico capitano (spesso Chris Froome) nei grandi giri, mentre nelle classiche diversi atleti hanno avuto la loro possibilità di ben figurare. Nell’ultimo anno e mezzo la squadra britannica ha vinto Milano-Sanremo (Kwiatkowski nel 2017) e Liegi-Bastogne-Liegi (Poels nel 2016), segno di una squadra in grado di adattarsi alle diverse situazioni. Per le prossime due stagioni potrebbe risultare saggio un impiego per Moscon focalizzato sulle Classiche, branchia del ciclismo che ha mostrato di saper domare ottenendo anche ottimi risultati. Questo, per quanto visto anche sul finire del 2016, potrebbe garantirgli un posto da capitano, specialmente tra Fiandre e Roubaix, due corse di difficile interpretazione e adatte al giovane talento nostrano.
Sulla carta, però, Moscon potrebbe anche vincere un grande giro. È difficile esprimersi con certezza perché non l’abbiamo mai visto all’opera da leader in una corsa di tre settimane. Eppure, alla Vuelta ha dimostrato di andare forte in salita, esprimendosi poco dopo ad altissimi livelli anche nel Mondiale a crono. In questo senso, è un corridore molto completo che potrebbe anche conquistare un Tour de France. Al momento, però, la casella i capitano alla Grande Boucle è occupata con pieno merito da Chris Froome, quattro volte vincitore della maglia gialla. Il prossimo anno sarà essenziale per scoprire e interpretare le potenzialità di Moscon: un ruolo di puro sacrificio potrebbe essere controproducente per lui, che di conseguenza potrebbe iniziare a valutare anche offerte dalle altre squadre: ora come ora non sembra esserci bisogno, ma un compito prettamente da mulo potrebbe stimolarlo a cercare altre soluzioni, che possano offrigli il ruolo che ha mostrato di meritare sul campo. Attualmente è difficile fare previsioni, ma i tra 12 mesi potrebbe ripetersi la stessa domanda, magari con risultati ancora migliori alle spalle: il Team Sky è l’ambiente migliore per un corridore del suo calibro?
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gianluca.santo@oasport.it
Foto: Valerio Origo