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Combinata nordica, Samuel Costa si è sottoposto a tre operazioni. L’Italia punterà tutto su Alessandro Pittin?

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La sfortuna si è accanita contro Samuel Costa. Il combinatista azzurro, in rampa di lancio dopo un’annata vissuta da protagonista con i suoi primi due podi individuali in Coppa del Mondo a Seefeld, sarà costretto a saltare tutta la prossima stagione a causa di una serie incredibile di operazioni ad un ginocchio che gli impedirà di partecipare alle Olimpiadi Invernali 2018 di PyeongChang. Una tegola non da poco per l’atleta italiano, classe ’92, che nei primi mesi dell’anno aveva incantato il mondo a suon di prestazioni sublimi, mettendo in mostra straordinarie doti nel salto e una notevole solidità nelle prove di fondo, un mix che gli ha consentito di restare spesso in scia dei migliori e di restare a contatto a lungo con i totem tedeschi Eric Frenzel e Johannes Rydzek.

«Il mio sogno olimpico deve aspettare altri quattro anni. – ha svelato mestamente Costa attraverso il suo profilo Facebook – Insieme al dottor Arnold Gurndin abbiamo deciso di fissare correttamente il mio ginocchio e questo comporterà alcuni mesi di riposo. Pochi giorni fa ho subito l’ultima operazione presso la Dolomiti Sportclinic per fissare il mio legamento collaterale. Non posso avere il controllo su tutto ciò che accade nella mia vita, ma posso cambiare il mio modo di rapportarmi alle cose che accadono. Voglio ringraziare tutte le persone che mi hanno aiutato e motivato in questo momento speciale».

Costa dovrà dunque attendere Pechino 2022 per inseguire un sogno olimpico che a 30 anni potrebbe vederlo ancora protagonista nel panorama internazionale. Ma la sua assenza in vista della stagione che si appresta ad avere inizio priverà l’Italia di un punto di riferimento importante per la Coppa del Mondo e le Olimpiadi. E a questo punto non sembrano esserci grandi alternative ad Alessandro Pittin, fuoriclasse azzurro che da qualche anno sembra aver smarrito lo smalto dei tempi d’oro ma che nelle stagioni olimpiche tende ad esaltarsi. Appartiene a lui, d’altra parte, la prima storica medaglia olimpica dell’Italia nella combinata nordica, un bronzo nella Gundersen dal trampolino normale a Vancouver 2010, quasi bissato a Sochi quattro anno dopo con un fantastico quarto posto. Pittin vanta anche tre vittorie in Coppa del Mondo tra il 13 e il 15 gennaio 2012 a Chaux-Neuve e un argento iridato a Falun nel 2015, quanto basta per affidargli le chiavi della Nazionale italiana in vista della stagione olimpica.

Ma Pittin da due anni è alle prese con una profonda crisi di risultati, da cui ha provato pian piano a uscire fuori nel finale della scorsa stagione con alcune prove finalmente all’altezza della sua classe almeno nel fondo. L’azzurro, a 27 anni ormai compiuti, non è riuscito ad affinare i suoi limiti nel salto. Eppure la stagione che sta per iniziare potrebbe essere davvero quella della svolta per Pittin, atteso nuovamente fra i protagonisti in Coppa del Mondo e alle Olimpiadi, soprattutto dal trampolino piccolo, e faro di una squadra che proverà ad emergere anche con Lukas Runggaldier, Armin Bauer, Raffaele Buzzi e Luca Gianmoena, che cercheranno di tenere alto l’onore del plotone azzurro e di portare a casa qualche piazzamento di prestigio in giro per il mondo per presentarsi a PyeongChang con rinnovata fiducia e contribuire ad un buon riscontro nella staffetta.





mauro.deriso@oasport.it

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Foto: Twitter Red Bull Italy

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