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F1, Mondiale 2017: il motore Mercedes ha fatto ancora una volta la differenza, la Ferrari deve provare a colmare il gap

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Manca un solo Gran Premio al termine della stagione 2017 per cui è tempo dei primi bilanci e sguardi in vista del prossimo campionato. Il titolo, com’è ben noto, è andato a Lewis Hamilton che ha saputo sfruttare, ancora una volta, una Mercedes che è apparsa dominante in alcuni momenti e frangenti. La Ferrari, dal canto suo, ha disputato un’annata decisamente superiore alle aspettative. Nessuno nell’inverno scorso si sarebbe mai immaginato di vedere, sin da subito, una vettura così competitiva e che, inoltre, ha saputo evolversi anche nel corso dei mesi.

A questo punto la scuderia di Maranello deve andare ad intervenire sui dettagli. Il progetto c’è ed è importante. È nato nel migliore dei modi e, come si è visto anche da Interlagos, è progredito nella giusta maniera. La SF70H è stata capace di lottare per il successo quasi in tutte le piste e ha guardato faccia a faccia la Mercedes. In cosa, dunque, dovrà intervenire il team emiliano?

Il vero e proprio ago della bilancia è uno e solo uno, e da quattro anni: la Power Unit. La scuderia di Brackley sfrutta un motore che non rivali ed eguali dall’avvento dell’era dell’ibrido. La potenza che è in grado di sprigionare il propulsore creato a Stoccarda fa la differenza, non c’è dubbio, e il Gran Premio del Brasile lo ha nuovamente ribadito, come se ce ne fosse stato ancora bisogno. Lewis Hamilton, che è partito dalla pit lane, ha messo in scena una rimonta rabbiosa nella quale ha saltato gli avversari come birilli, sfruttando una Power Unit nuova, fresca e che poteva raggiungere la massima potenza dall’inizio alla fine dei 71 giri. Il ritmo e la velocità sono stati letteralmente impressionanti. Nei tratti di scorrimento (per giunta in salita) si è capito il reale potenziale del motore delle “Frecce d’argento”. Che, va sottolineato, giova anche della questione olio/motore con il quale il team anglo-tedesco ha saputo sfruttare a suo vantaggio una piega del regolamento.

La Ferrari sarà in grado di pareggiare tali prestazioni? Nel 2018 vedremo la “Rossa” capace di raggiungere la Mercedes anche in questo aspetto? Oggettivamente non sarà semplice. Non solo perché per il team motoristico di Maranello il compito di elevare ulteriormente il proprio motore non sarà una passeggiata di salute. Lo si è visto nelle gare asiatiche. Appena si è provato a forzare il limite delle componenti sono arrivate rotture e problemi in serie. Dall’altro lato, ovviamente, a Stoccarda non staranno con le mani in mano. Da quando è arrivato l’ibrido hanno gestito un vantaggio enorme che, con il passare del tempo, hanno sempre cercato di migliorare, senza adagiarsi sugli allori.

L’ulteriore aspetto che in questi anni ha fatto pendere l’ago della bilancia sempre in direzione Mercedes inoltre è, senza ombra di dubbio, l’affidabilità. Lewis Hamilton e Valtteri Bottas hanno avuto per le mani una Power Unit dominante e solida a livelli da guinness dei primati. Guardando alla scuderia nel suo complesso in questi quattro anni lo score parla di soli 9 ritiri in oltre 150 gare. Riuscire ad avvicinarsi in entrambi gli aspetti sarà fondamentale per Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen per nutrire concrete chance di titolo dal 2018. Tutto sarà nelle mani di ingegneri e tecnici di Maranello. La nuova stagione è già ampiamente iniziata. 

 

 

 





 

 

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alessandro.passanti@oasport.it

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