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Ginnastica, Juliana Abraham: “Un doppio tumore al cervello non mi ha fermata! Sono tornata, voglio gareggiare”

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Juliana Abraham è una ginnasta che punta a entrare nel level 10 americano, l’ultimo prima dell’elite, il gruppo delle ginnaste di interesse nazionale che possono aspirare a Mondiali e Olimpiadi. Questa ragazza ce l’aveva quasi fatta quando è purtroppo stata colpita da una rara forma di tumore al cervello ma nonostante tutto non ha smesso di lottare, è ancora pronta a combattere per inseguire i suoi sogni e ha raccontato la sua storia scrivendo un articolo per Flo Gymnastics. Vi riportiamo la traduzione in italiano.

 

Man mano che crescevo, io ero sempre attiva e piena di energia. Non mi fermavo mai, ero un terremoto in casa. Per placare la mia voglia di movimento, i miei genitori mi iscrissero in una palestra a Calabasas (California) quando avevo sei anni. Dopo poco tempo è diventata la mia grande passione e non potevo farne a meno.

Ho incominciato gareggiando nel level 4, poi sono salita rapidamente e a dieci anni ero nel level 9. Dopo aver vinto diversi titoli regionali e nazionali ero sulla strada per diventare una ginnasta del gruppo elite degli USA. Sembrava tutto così fantastico ma nel gennaio 2015 è successo qualcosa: ho iniziato ad avere difficoltà con la vista e con l’equilibrio, oltre a soffrire di emicrania e di dolori alla schiena. Quell’anno mi ero qualificata per i Campionati Nazionali Ovest a Spokane (Washington), un grande traguardo per me. Le gare erano a maggio, soffrivo di nausea e di doppia vista, la trave era sempre una sfida perché avevo perso l’equilibrio, cadevo sempre. Io e i miei genitori sapevamo che qualcosa non andava, ma abbiamo deciso di credere che la spiegazione fosse quella più semplice e logica cioè che mi stavo allenando troppo duramente, o che fosse qualcosa legato alla pubertà.

Riuscii comunque a vincere l’argento al volteggio in quella gara ma era chiaro che c’era qualcosa che non andava. I miei allenatori mi suggerirono di prendermi una pausa di due settimana e così mia mamma programmò diversi check-up: durante una visita agli occhi il dottore diagnosticò un papilledema, un gonfiore di un nervo ottico che metteva pressione al cervello. Effettuai ulteriori approfondimenti e il 15 giugno 2015 mi diagnosticarono un neurocitoma, una rara tipologia di tumore al cervello.

Venni così trasferita immediatamente al centro pediatrico oncologico dell’ospedale di San Diego dove dovetti rimanere per due mesi e mezzo. Il tumore era benigno ma doveva essere rimosso e per questo i dottori mi operarono. Dovevo rimanere dentro solo per sei giorni ma diventarono addirittura sei settimane. Ho iniziato a fare riabilitazione ma non mi aiutava più di tanto, non era adatta per una ginnasta che voleva tornare a gareggiare. Finalmente a un certo punto i dottori mi permisero di tornare in palestra e di lavorare direttamente lì anche se inizialmente era frustante perché era difficile anche soltanto camminare o correre ma le mie compagne e gli allenatori mi hanno sempre sostenuto. Tutto sembrava essere tornato nella norma, iniziavo a riprendere fiducia in me stessa ma nel gennaio 2016 la storia si è riproposta: il tumore era tornato e addirittura era cresciuto in due zone differenti. Dovevo operarmi: non c’erano certezze che uscissi dall’intervento con le mie stesse abilità cognitive ma fortunatamente tutto è andato per il meglio.

A quel punto ho dovuto iniziare una radioterapia molto intensa che è durata per ben sette mesi e si conclusa nel novembre 2016 e in quel momento riuscii anche ad aiutare la St. Baldrick’s Foundation e donai i miei capelli: quel giorno c’erano anche Kyla Ross (Fierce Five a Londra 2012, ndr) e Felicia Hano, due mie compagne alla Gym-Max di Costa Mesa. Riuscii a raccogliere più di 11mila dollari per il St. Baldrick’s: il mondo della ginnastica è davvero eccezionale, quando succede qualcosa di simile al mio sono tutti pronti ad aiutarti, non importa da che Stato e da che palestra.

Ora non posso dire di essere completamente guarita, ho ancora dei problemi e mi stanco, ma non c’è nulla che non riesco a fare. Sono tornata in palestra, ho iniziato a lavorare duramente, riesco ad andarci tutti i giorni per sei ore e ho un programma al corpo libero e al volteggio che è da level 10. Non posso più avere l’ambizione di essere una delle migliori ma ho ancora la speranza di poter tornare a gareggiare e spero di poterlo fare al più presto.
Di certo un tumore non era nei miei piani ma non gli ho permesso di fermarmi e di impedirmi di fare quello che volevo“.

 






(foto Flo Gymnastics)

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