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Giovanni Malagò: “A PyeongChang l’Italia farà più medaglie di Sochi. Roma senza Olimpiadi? Tolto un sogno. Su ius soli e sport di squadra…”
Mancano 100 giorni alle Olimpiadi Invernali di PyeongChang 2018 e Giovanni Malagò, Presidente del Coni, fa il punto della situazione sullo sport italiano in una lunga intervista rilasciata a Repubblica.
Il Presidente è ottimista sul medagliere dell’Italia per questa edizione dei Giochi: “Intanto diciamo che siamo convinti di superare quel che abbiamo fatto a Sochi (8 medaglie, ma senza ori, ndr): più medaglie, più qualità. Però devo fare dei distinguo. A Sochi abbiamo stabilito un numero record di medaglie di legno. E’ giusto che chi ha un solo oro sia valutato meglio di chi vince trenta medaglie ma nessuna d’oro? E’ ora di adeguarsi alla nostra stella polare, il Cio, che valuta un Paese in base ai piazzamenti tra i primi otto. E quando dico valutare, intendo diritti di marketing, costi dei governi per sostenere la Wada…“.
Iniziano a farsi le prime previsioni in casa Italia proprio in vista dell’appuntamento clou dell’anno: “Non abbiamo mai avuto atleti capaci di vincere Coppe del Mondo in 4 discipline: sci di fondo (Pellegrino), biathlon (Wierer), si alpino (Fill) e snowboard (Moioli). Si può vincere tutto o anche niente. Abbiamo molte frecce a disposizione ma alle Olimpiadi Invernali ci sono molte più incognite che a quelle estive, non ci sono i 1500m di Paltrinieri, ma piste condizionate dal clima, dalla nebbia. Ci sono le cadute dello short track, i punteggi delle giurie, le scioline“. E il confronto con Torino 2006 può anche reggere: “Nello sci alpino c’è tanta roba. Rispetto a quell’epoca abbiamo un biathlon e uno snowboard mai così forte. Nell’artistico, a parte l’eterna Kostner, c’è una squadra che se la gioca per la medaglia e rappresenta un movimento. Allora, poi, avevamo il posto assicurato in tutte le gare, stavolta dobbiamo guadagnarcelo in qualificazioni durissime“.
Sono d’obbligo le domande sulla sicurezza vista la particolare situazione che sta affrontando la penisola coreana: “Non mi preoccupo, ho ricevuto ampie garanzie dal Cio che sta monitorando mattina e sera. Se ho un quesito sui vaccini che faccio? Chiedo al medico competente, così come sui Giochi chiedo informazioni al Cio. Sì, me la sentirei di portare le mie figlie Vittoria e Ludovica, ne sarei felice, come in tante Olimpiadi alle quali sono venute”.
Il numero 1 dello sport italiano ha espresso anche delle belle parole sulla Corea del Sud: “Troveremo grande organizzazione, impianti stupendi, servizi eccellenti, zero problemi sotto il profilo della sicurezza. La scommessa la vinceranno sull’atmosfera che sapranno creare contro tutti i pregiudizi“.
Si parla anche di Arianna Fontana che sarà la nostra portabandiera a PyeongChang: “Hanno prevalso criteri oggettivi e di onestà intellettuale. A tre anni di distanza mi sento di dire che a Tokyo sarà più probabile un uomo come portabandiera. Paltrinieri? Basta vedere i pedigree. Lo sport femminile è molto cresciuto, ma il sorpasso non c’è stato ancora a livello di risultati. Ci siamo quasi, come presenze e medaglie, è il Cio a raccomandare di raggiungere lo stesso numero di presenze. Io stesso sto assumendo quasi tutte donne nel mio staff. Chi vince solo tra gli uomini non ha sfruttato il momento storico che stiamo vivendo. Anzi, che dire della ritmica, del sincronizzato senza uomini alle Olimpiadi? Mi si può dire che sono sport che non si possono vedere fatti dagli uomini. Ma allora il sollevamento pesi o altri sport sono belli fatti dalle donne? Nel campo della parità più di così non si può fare“.
Roma senza Olimpiadi è sempre una ferita aperta: “Una città a cui hanno tolto un sogno. Anche chi era contrario col tempo si è reso conto dell’errore clamoroso. Eric Garcetti, sindaco di Los Angeles sede dei Giochi 2028, mi ha detto Grazie Roma“.
Malagò argomenta anche sulle cocenti eliminazioni ai quarti di finale nei vari sport di squadra: “Dobbiamo trovare una soluzione, ne parleremo agli Stati Generali dello sport a novembre. Ma quanti Paesi piazzano una Nazionale tra le prime otto di calcio, basket, volley e pallanuoto? Il problema non è quel che facciamo adesso, ma quel che faremo nei prossimi anni. Se saliamo dalle prime otto in su saremo giganti, se scenderemo – e onestamente ci può essere questo rischio – si creerà un gap tecnico con le altre Nazioni“.
Il Presidente del Coni interviene anche sullo ius soli e sulla sua possibile incidenza nello sport italiano: “Lo immagino esattamente come negli altri Paesi, le Nazioni nordiche, i britannici, i francesi nostri rivali storici. Non vogliamo acquistare campioni o essere strumentalizzati dalla politica. Ma il mondo dello sport non può tener conto di un fatto ineludibile. Molti di questi ragazzi possono giocare, poi a una certa età non possono vestire la maglia azzurra. Oppure giocano per l’Italia certi tornei ma non possono andare alle Olimpiadi“.
La commissione antimafia sta lavorando a un testo per limitare le scommesse e Malagò si dichiara “assolutamente d’accordo. Bisogna ridurre il campo degi eventi su cui si può scommettere. C’è un rischio molto elevato di infiltrazioni. Come si dice, l’occasione fa l’uomo ladro. Ci sta lavorando anche il procuratore generale dello sport Cataldi. E’ pazzesco che in Italia si possa scommette pure sulla Lega calcio a otto“.