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Italia-Svezia, Playoff Mondiali 2018: l’eliminazione sarebbe un disastro economico per la FIGC. E rischierebbe anche Tavecchio…

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È un giorno decisivo per l’Italia del calcio. Stasera è in programma la gara di ritorno tra gli azzurri e la Svezia, in cui la Nazionale dovrà ribaltare l’1-0 dell’andata se vorrà qualificarsi ai Mondiali del 2018. Inutile dire quanto un’eventuale sconfitta sarebbe dannosa per tutto il movimento. Per i giocatori e l’allenatore, già nell’occhio del ciclone, che verrebbero ricordati come la Nazionale peggiore di sempre. E per la Federazione, che oltre a giocarsi il prestigio e la faccia, si gioca anche parecchi soldi.

Il danno economico in caso di mancata qualificazione è stato stimato intorno ai 100 milioni. Un’enormità. Innanzitutto perché verrebbero a mancare i premi: le squadre eliminate alla fase a gironi del Mondiale ricevono 8 milioni mentre chi esce di scena ai quarti ne intasca 20. Soprattutto, ci sono in ballo i diritti televisivi e gli sponsor, sia per la Russia che per il futuro. L’Italia non manca ad una rassegna iridata dal 1958 ed è sempre stata con continuità nel giro delle grandi d’Europa e del Mondo. Non partecipare, quindi, vorrebbe dire mostrarsi deboli, evidenziare le falle di un movimento in crisi. Riducendo l’appeal verso sponsor e televisioni. Come si legge sulle pagine de Il Messaggero, infatti, l’Italia stasera si gioca anche una bella fetta di accordi commerciali verso Qatar 2022, che avrebbero un valore ben diverso se gli azzurri dovessero rimanere fuori dalla rassegna del prossimo anno.

Anche Carlo Tavecchio non è al sicuro. Se Ventura saluterà quasi certamente la squadra in caso di sconfitta, non può stare al riparo nemmeno il presidente federale. La mancata qualificazione rappresenterebbe una debacle per l’intero movimento ed uno dei colpevoli sarebbe per forza di cose Tavecchio, che dal canto suo difficilmente rassegnerebbe le dimissioni. In un’eventuale dibattito sulla sua permanenza di sicuro ha diverse carte da giocare ma un risultato negativo di tale portata potrebbe spazzare via anche i meriti del numero uno della FIGC e mettere tutto in discussione. Un deja-vù per Tavecchio, che in circostanze simili aveva raggiunto la presidenza della Federazione dopo il disastro del Mondiale 2014.

 





 

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alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: libera

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