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MotoGP
MotoGP, Andrea Dovizioso mai così in alto in carriera. Potrà lottare ancora per il Mondiale nel 2018?
Nei suoi primi 161 Gran Premi nella MotoGP aveva conquistato appena due successi. Solo nella stagione 2017, invece, ne sono arrivati ben 6. Andrea Dovizioso è stato l’autore di questo miglioramento che, ahilui, non ha portato ad un titolo iridato che sarebbe stato assolutamente meritato, ma che ha dimostrato senza pericolo di smentita, che il pilota romagnolo è arrivato all’apice della sua maturità e che ormai può duellare ad armi pari anche con Marc Marquez o Valentino Rossi.
Ovviamente una crescita simile non avviene per caso. Il trentunenne nato a Forlimpopoli ha lavorato, e molto, su di sé. Ha limato i suoi difetti caratteriali e ha iniziato ad approcciarsi alle gare con la consueta sapienza, ma unita ad un carattere che, non sempre, aveva messo in mostra nel corso degli anni. In secondo luogo è stato aiutato dalla sua Desmosedici. La moto di Borgo Panigale, infatti, ha dimostrato di essere maggiormente guidabile e capace di adattarsi ad ogni tipo di tracciato.
Questo mix ha permesso, dunque, a Dovizioso di centrare sei vittorie in questa stagione e di lottare fino all’ultima gara per il titolo con Marc Marquez. Un risultato che potrebbe apparire parziale o deludente. Siamo convinti, invece, che l’italiano saprà trarre da questa annata i giusti insegnamenti. Ovvero che non deve avere il minimo timore reverenziale nei confronti di nessuno, che ormai è entrato con pieno merito nella élite della MotoGP e che, d’ora in avanti, avrà mezzi e mentalità per competere con regolarità anche per il titolo.
“Titolo”. Una parola che non deve essere più un tabù. Già dal 2018, infatti, ci aspettiamo che Ducati e Dovizioso siano nuovamente con costanza nei piani alti della classifica per puntare in alto. Dopo aver vissuto un’annata simile, nella quale assapori spesso il gusto della vittoria, non si può più tornare indietro. Riprendere a vivere campionati altalenanti in mezzo al gruppo sarebbe un passo indietro notevole che nessuna delle due componenti vuole compiere. Certo, rimanere in alto in una categoria così competitiva non è come compiere una passeggiata, ma “Desmo Dovi” merita quantomeno un altro tentativo per puntare ad un titolo che non è così lontano.
Servirà maggiore costanza, dato che in questo 2017 l’inizio non è stato scintillante, e da parte del pilota confermarsi a questi livelli. Fare meglio, dal suo punto di vista, non sarà affatto facile. In questo Mondiale appena concluso non ha commesso il minimo errore, se non la caduta di ieri, quando i discorsi iridati erano praticamente andati in archivio. L’unico altro “zero” totalizzato in classifica è arrivato in Argentina, quando Aleix Espargaro lo andò a travolgere mandandolo nell’erba di Termas de Rio Hondo. Per tutti gli altri weekend di gara Dovizoso ha estratto quasi sempre il massimo dalla sua moto e ha corso da campione. Ha saputo gestire il suo mezzo e le gomme (vero ago della bilancia nella MotoGP di questi anni), non ha mai tirato i remi in barca nei corpo a corpo e ha sempre spinto a tutta (fatta eccezione per la gara di Misano sotto la pioggia).
Nella conferenza stampa che dava il via il fine settimana del GP di Valencia il portacolori della Ducati si era dato 9,5 come voto per la sua stagione. Come valutazione probabilmente è stato giusto e veritiero. Il 10, possibilmente, se lo è tenuto per il 2018, e vorrebbe dire titolo mondiale. Sognare non costa nulla..
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alessandro.passanti@oasport.it
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