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Svezia-Italia, Play-off Mondiali 2018: i reparti delle due squadre a confronto. Azzurri superiori in ogni zona del campo, ma attenzione a Emil Forsberg

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Manca sempre meno all’andata dei playoff per i Mondiali 2018 fra Italia e Svezia: venerdì sera, infatti, gli azzurri saranno in trasferta alla Friends Arena di Stoccolma, pronti per il primo match dei due che decideranno quale delle due formazioni andrà ai Mondiali. Ventura ha convocato ben 27 uomini per l’occasione. Tra essi, da registrare con particolare attenzione i ritorni di Jorginho, Florenzi e Zaza, tre carte in più nel mazzo del ct per provare a scardinare la difesa scandinava. È proprio dalla difesa, infatti, che parte il nostro confronto fra i reparti delle due nazionali.

DIFESA. L’Italia, da sempre, ha avuto nel proprio pacchetto arretrato il segreto dei propri successi. È sempre stato così in occasione dei Mondiali vinti, delle rassegne iridate concluse nelle prime posizioni oppure delle manifestazioni, come Euro 2016, in cui gli azzurri partivano senza alcun favore del pronostico e puntualmente si aggrappavano alla solidità della propria retroguardia per avere ragione dei propri avversari. Sulla carta, sia un quartetto con Darmian (Florenzi), Bonucci, Barzagli e Chiellini, sia una difesa a tre con la BBC sono nettamente superiori per valori individuali, tecnici, tattici e in termini di esperienza, al pacchetto difensivo scandinavo. Tuttavia, nelle ultime occasioni gli azzurri hanno mostrato più di una lacuna nelle occasioni in cui sono stati chiamati in causa, spesso e volentieri venendo salvati dall’eterno Gigi Buffon. Gli svedesi hanno nell’ex genoano Andreas Granqvist il leader difensivo, non esattamente un giocatore di grande spessore internazionale. Accanto a lui, ci sarà sicuramente Lindelof, giovane centrale del Manchester United passato da essere un potenziale crack al Benfica a oggetto misterioso nella squadra di Mourinho. Lustig e Augustinsson completano il reparto. La velocità e il dinamismo sembrano essere le armi con cui l’Italia potrà infastidire maggiormente i lenti e fisici difensori svedesi.

CENTROCAMPO. Ventura, al momento, sembra orientato a schierare un 4-3-3 o un 3-5-2: ad ogni modo, gli interni di centrocampo saranno tre. Difficile che il ct rinunci all’esperienza di De Rossi, peraltro il miglior marcatore in azzurro in attività: accanto a lui, le mezzali dovrebbero essere Verratti e Parolo, per assicurare qualità, quantità e inserimenti. Quello azzurro – dobbiamo ammetterlo – non è un centrocampo che ha rubato applausi a scena aperta negli ultimi due anni. Verratti, in Nazionale, non ha mai dimostrato di essere il fuoriclasse che è al PSG, De Rossi ha 34 anni, Parolo ha superato i 30 e non è esattamente il profilo di giocatore che fa esaltare il tifoso, facendo principalmente della quantità il suo modo di giocare. Tuttavia, l’Italia anche nella zona mediana è superiore alla Svezia, il cui rappresentante di livello più alto è Emil Forsberg, giocatore moderno capace di dare il proprio contributo in tutte le fasi di gioco, nonché vero e proprio fulcro della squadra di Andersson, nonostante il ruolo di esterno sinistro nei quattro di centrocampo. L’anno scorso, in Bundesliga, lo svedese ha chiuso al primo posto la classifica degli assist forniti ai compagni – ben 22. I due centrocampisti centrali Johansson e Larsson, sulla carta, sono due gradini sotto a Parolo e De Rossi, ma in un match impegnativo come un playoff per i Mondiali spesso i valori tecnici si azzerano e a far la differenza sono grinta e agonismo, due peculiarità dei mediani scandinavi.

ATTACCO. Anche nel reparto offensivo, non si può certo dire che sulla carta l’Italia sia sfavorita. Un pacchetto di attaccanti composto da Immobile, Insigne, Zaza, Belotti e un El Shaarawy in stato di grazia è nettamente superiore a quello svedese, che può contare solamente sul quartetto formato da John Guidetti del Celta Vigo, Marcus Berg dell’Al Ain, Isaac Kiese Thelin del Waasland-Beveren e Ola Toivonen del Tolosa: Berg, il capocannoniere scandinavo nelle qualificazioni, è l’uomo di punta. Ex promessa del calcio svedese insieme al compagno di reparto Toivonen, il centravanti si sta ben comportando all’Al Ain, un campionato però lungi dall’essere considerato di livello paragonabile alla Serie A. Immobile, vista la sua stagione, non ha bisogno di presentazioni, Zaza ed El Shaarawy, visto il loro momento d’oro, probabilmente nemmeno: Belotti e Insigne, invece, partiranno dalla panchina ma saranno due armi pesanti per Ventura per scardinare la difesa svedese. Inoltre, c’è anche Eder, già giustiziere degli scandinavi a Euro 2016. L’Italia, in attacco, ha dunque un’altra marcia rispetto agli avversari e possiede tutte le carte in regola per mettere seriamente in difficoltà una difesa non certo impenetrabile come quella svedese.

Sulla carta, siamo più forti. Era quasi impossibile pensare che – visto l’inserimento nel girone con la Spagna – l’Italia potesse centrare la qualificazione senza passare da questi playoff, nonostante la vittoria contro gli iberici ad Euro 2016: in quell’occasione, infatti, agli azzurri riuscì un’impresa storica, resa possibile anche dal fatto che, in una gara ad eliminazione diretta con una grande posta in palio, nei novanta minuti può accadere qualsiasi cosa. Nell’arco delle dieci gare di qualificazione, con un doppio scontro diretto, era però quasi scontato che la qualificazione degli uomini di Ventura si decidesse ai playoff: l’Italia, ancora, non ha convinto durante la gestione dell’ex tecnico granata, ma in questi 180 minuti ha l’occasione per prendersi i Mondiali e ritrovare fiducia nei propri mezzi. L’avversario è tutto fuorché irresistibile e i nostri sembrano pronti alla battaglia, sia dal punto di vista tecnico che soprattutto da quello mentale. E allora coraggio, azzurri!

andrea.voria@oasport.it

 





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Foto: Facebook Nazionale Italiana di Calcio

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