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Svezia-Italia, Play-off Mondiali 2018: il reparto offensivo degli scandinavi. Occhio a Guidetti: poteva essere azzurro…

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L’Italia si avvicina a grandi passi ai playoff di qualificazione ai Mondiali del 2018 con la Svezia. Una squadra da non sottovalutare, pericolosa, che nonostante l’assenza di una stella come Zlatan Ibrahimovic si trova ad un passo dal ritorno alla fase finale della rassegna iridata. Frutto in collettivo solido, cinico, coriaceo, che soprattutto segna tanti gol. Già, perché tra i pericoli e le insidie che gli azzurri si troveranno ad affrontare la maggior parte arriva proprio dal reparto offensivo della Svezia.

Il reparto offensivo della Svezia: tanti gol anche senza Ibra

Cominciamo subito dai numeri: 26 gol fatti in 10 partite. Sesto miglior attacco delle qualificazioni europee dietro a squadre come Germania, Belgio, Spagna, Portogallo e Polonia. Facendo quindi meglio dell’Italia, ferma a quota 21. Reti frutto della forza di un attacco che sebbene non veda più tra le sue fila un fenomeno del calibro di Zlatan Ibrahimovic può comunque contare su individualità di rilievo.

Il miglior marcatore è stato Marcus Berg con 8 delle 12 reti realizzate dagli attaccanti della Svezia. Non più abituato al grande calcio (gioca da quest’estate nell’Al Ain, negli Emirati Arabi), è un vero e proprio colosso, forte fisicamente e di testa, ma bravo anche con entrambi i piedi. L’attacco è affidato principalmente a lui, che durante le qualificazioni è stato capace di pareggiare il record di 4 reti in una sola partita di Ibra.

Accanto a Berg trova spazio Ola Toivonen, autore di 3 reti durante il cammino che ha portato la Svezia a questi playoff. L’attaccante del Tolosa agisce più nelle vesti di rifinitore per il compagno di reparto (ma è il miglior marcatore della storia dell’Under21); in campionato, ad esempio, non ha ancora trovato la via del gol. Dalla panchina, invece, sarà pronto ad essere buttato nella mischia Isaac Thelin, che gioca in Belgio al Waasland-Beveren ed ha contribuito con un solo gol.

Tutt’altro che da sottovalutare, poi, l’apporto di Emil Forsberg, rivelazione della Bundesliga dell’anno passato con il Lipsia (22 assist e 8 gol). Gioca da esterno, posizione dalla quale riesce sempre a trovare l’imbeccata per gli attaccanti senza disdegnare sortite offensive che spesso lo portano a realizzare personalmente. Durante le qualificazioni ha infatti trovato per 4 volte il gol.

Lo strano caso di John Guidetti: un italiano mancato

Tra gli attaccanti della Svezia spicca senza dubbio il nome di John Guidetti. Promessa ormai mancata del calcio non solo svedese ma internazionale, l’attuale attaccante del Celta Vigo è noto nel nostro paese per le sue origini. È cresciuto in Kenya ma è svedese a tutti gli effetti ed il nonno paterno è italiano. In passato, infatti, si è paventata l’ipotesi di una possibile chiamata da parte dell’Italia, soprattutto nel 2012, quando il nome di Guidetti era sui taccuini di tutti gli osservatori d’Europa.

Forte fisicamente e dotato di potenza nel tiro con entrambi i piedi, fu Sven Goran Eriksson a notare per primo il suo talento, suggerendolo al Manchester City di Roberto Mancini. Durante il prestito al Feyenoord nella stagione 2011-2012, poi, l’esplosione a 19 anni con 20 reti in 23 presenze. Un bel biglietto da visita e tante belle speranze, poi bloccate sul più bello da un virus al sistema nervoso, contratto mangiando pollo poco cotto, che lo ha limitato per molto tempo.

È stato lì che il buon John si è giocato le chance di sfondare nel grande calcio. Al suo ritorno, infatti, non ha più trovato spazio nel City, finendo nel vortice di prestiti fino alla scadenza del suo contratto. In Spagna, però, al Celta Vigo, Guidetti si è rilanciato, diventando protagonista nonostante la sua media realizzativa si sia notevolmente abbassata (10 gol in due stagioni).

Anche in Nazionale, infatti, Guidetti ha perso il posto da titolare, finendo in panchina a favore di Berg. Ed anche in questo caso i numeri parlano chiaro: ha debuttato nel 2012 e solo nel 2016 ha segnato la sua prima e unica rete in 19 presenze, in amichevole contro il Galles. Con le selezioni giovanili, però, di gol ne ha segnati e tanti. Agli Europei Under-21 del 2015, infatti, fu lui l’attaccante che trascinò la Svezia al titolo continentale. Lo sa bene l’Italia, che nel primo impegno del girone fu punita proprio da un suo gol.

 





 

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alessandro.tarallo@oasport.it

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