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Atletica, il 2017 dell’Italia: un anno da buttare e il disastro dei Mondiali. Il bronzo di Antonella Palmisano non salva il bilancio

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L’Italia dell’atletica leggera ha chiuso un’altra annata orribile, l’ennesima per un movimento che fatica a decollare e che sembra non trovare la luce in fondo a un tunnel in cui si è infilata già da troppo tempo. Il bilancio di fine stagione è davvero troppo desolante e testimonia le difficoltà croniche di un settore incapace di rilanciarsi, di trovare la medicina giusta per tornare quantomeno a dire la propria in un contesto internazionale. L’Italia è troppo spesso una piccola comparsa come hanno dimostrato gli ultimi Mondiali: a Londra non abbiamo agguantato nemmeno una finale nelle gare all’interno dello Stadio (evento mai successo in passato) e il bronzo conquistato da Antonella Palmisano nella 20km di marcia non basta per tornare a casa in maniera soddisfatta. Sarà anche vero che abbiamo evitato un altro pesantissimo 0 nel medagliere dopo le Olimpiadi di Rio 2016 e i Mondiali di Pechino 2015 ma è difficile guardare il bicchiere mezzo pieno.

Si sta cercando di cambiare qualcosina nelle politiche federali con l’ingaggio di tecnici stranieri, un maggior controllo sugli atleti, più collegiali e finalmente meno arruolamenti nei gruppi militari ma gli effetti di tutto questo si vedranno soltanto nei prossimi anni (si spera). Per il momento il quadro è sempre più triste, il movimento piange e prova ad aggrapparsi soltanto a qualche fuoriclasse che cerca di emergere: pensiamo a Gianmarco Tamberi (out per infortunio praticamente fino ai Mondiali dove ha cercato di stringere i denti per essere protagonista), alla già citata Antonella Palmisano, al buon Daniele Meucci che ha disputato una grande Maratona nella capitale britannica, ma anche ad Eleonora Giorgi, Valeria Straneo (aspettiamo il rientro) e la rivelazione Sara Dossena esplosa alla Maratona di New York. Per il resto posto altro. Si parla tanto di Filippo Tortu che ha messo in luce degli ottimi lampi al Golden Gala di Roma e anche ai Mondiali: l’azzurro è diventato un personaggio, piacciono la sua grinta e la sua determinazione, è un ragazzo semplice che sembra avere i mezzi tecnici e fisici per poter impressionare, dipenderà soltanto da lui. Alessia Trost è chiamata a un lungo percorso se vuole tornare davvero competitiva, Ayomide Folorunso potrebbe anche sperare di dire la sua, Libania Grenot ha vinto due Europei sui 400m e ora cerca il tris ma non è certamente di primo pelo, il salto in lungo può contare su Filippo Randazzo e Marcell Jacobs ma sono soltanto timide speranze in un contesto che purtroppo non è esaltante.

Agli Europei juniores di Grosseto hanno vinto il già citato Tortu e Vladimir Aceti sui 400m (trascinatore anche della staffetta), Alessandro Sibilio ha conquistato l’argento sui 400m ostacoli proprio come Andrea Dallavalle nel triplo e Carolian Visca nel giavellotto senza dimenticarsi del bronzo di Nadia Battocletti sui 3000m siepi. L’Italia si è sempre ben distinta nelle competizioni giovanili ma poi molti ragazzi si sono persi per strada: questo è un altro male della nostra atletica che andrà curato al più presto. Intanto cerchiamo di guardare con un po’ di fiducia agli Europei di Berlino, tappa di mezzo del cammino che porta alle Olimpiadi di Tokyo 2020 ma riemergere non sarà assolutamente semplice.

 





(foto FIDAL/Colombo)
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