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Basket, una Serie A sempre più straniera e un’Italia operaia che sogna i Mondiali 2019

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L’utilizzo degli stranieri sta uccidendo la nostra pallacanestro. Il monito è arrivato direttamente dal presidente della FIP Gianni Petrucci nel corso dell’ultimo Consiglio Nazionale del CONI. “Abbiamo ricevuto dalla Lega di Serie A una proposta assurda che prevederebbe l’utilizzo di 12 giocatori stranieri su 12 iscrivibili a referto pagando una tassa. Sembra che questo sia l’unico problema da affrontare, ma non è così. Noi non possiamo e non vogliamo violare le leggi ma ci piacerebbe che gli stranieri, al contrario, diminuiscano“, ha proseguito il numero 1 della pallacanestro italiana, auspicando l’intervento in tal senso di Giovanni Malagò.

È un argomento che tiene banco da anni nel mondo del basket. Attualmente sono due le formule con cui le squadre di Serie A hanno la possibilità di tesserare atleti stranieri: “5+5”, ovvero 5 stranieri provenienti da qualsiasi paese (e 5 italiani) oppure “3+4+5”, ovvero 3 extracomunitari e 4 giocatori provenienti da paesi dell’Unione Europea (o aderenti alla Convenzione di Cotonou). Da un lato ci sono le difficoltà che hanno i giocatori italiani ad emergere (e non è un caso che molti abbiano trovato la propria consacrazione definitiva all’estero. Nicolò Melli e Daniel Hackett i casi più recenti), dall’altro la tendenza delle società a ricercare lo straniero. Un trend dimostrato, oltre che dalle parole di Petrucci e dall’assurda – oggettivamente – proposta dei club, anche dai numeri del nostro campionato.

Le statistiche delle prime 12 giornata della Serie A ci dicono che 15 giocatori sono oltre i 30′ di media a partita, ma di questi solo 5 sono italiani: Alessandro Gentile, Pietro Aradori, Amedeo Della Valle, Christian Burns e Luca Vitali. Per trovare un altro azzurro occorre poi scendere fino alla 24esima posizione di questa speciale graduatoria, dove c’è Michele Vitali: sono proprio i due fratelli emiliani i giocatori più utilizzati dalla capolista Brescia… Questi sei giocatori italiani sono quelli che meglio si difendono nelle principali categorie statistiche. In mezzo al mare di stranieri, Ale Gentile è quarto per punti segnati (18.8 a partita), seguito da Aradori (15.9) e Della Valle (15.8) che chiudono la top ten. Stesso discorso tra i rimbalzi, dove Burns è secondo (9.5) ed unico azzurro in top ten. (Gentile è 11° con 7.8). Relativamente agli assist, invece, il migliore, stranieri compresi, è Luca Vitali con 5.9 a partita.

Eppure i primi due impegni dell’Italia nelle Qualificazioni ai Mondiali del 2019 qualcosa lo hanno detto. Gli italiani sanno essere protagonisti anche in campo internazionale. Basti pensare ad Awudu Abass, uno dei migliori nel match contro la Croazia ma poco utilizzato da Milano (16.2′ a partita): certo l’Olimpia è una squadra in cui la concorrenza non manca, ma il 24enne merita chance maggiori. È stata definita da più parti una Nazionale operaia, in riferimento all’assenza delle stelle di NBA ed Eurolega. Probabilmente si tratta più di un’Italia composta da giocatori di talento, vogliosi di manifestare la propria forza. Se il tanto discusso format deve essere l’occasione per far emergere questi giocatori, che per qualsivoglia motivo trovano poco spazio in campionato, allora ben venga.

 





 

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alessandro.tarallo@oasport.it

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Credit: Ciamillo

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