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Calcio
Calcio, un 2018 a fari spenti per l’Italia. Senza Mondiali, ora ricostruire con umiltà. Nations League occasione per rinascere
Una delusione mondiale. L’anno nero dell’Italia calcistica è stato contraddistinto dalla più amara delle sconfitte, un’autentica batosta che ha spedito nel baratro i sogni di un Paese intero che vive di calcio e di passioni che si accendono per la maglia azzurra. Lo sport nazionale incassa dunque l’onta della mancata qualificazione ai Mondiali 2018, una disfatta che non si verificava da 60 anni ma che ora assume una valenza decisamente più imponente, in virtù della globalizzazione di uno sport che produce anche un indotto economico senza eguali, di cui l’Italia resterà priva.
Il ct Giampiero Ventura e il presidente federale Carlo Tavecchio sono i due simboli di un tracollo epocale al cospetto della modesta Svezia, contro cui gli azzurri non sono riusciti a segnare neanche un gol, schiavi di una confusione tattica inconcepibile e di un progetto tecnico privo di qualsiasi fondamento. La generazione dei fenomeni non c’è più, ma pesa maggiormente l’assenza di un piano di rilancio del calcio italiano, giunto ormai all’anno zero. E così gli italiani dovranno fare da spettatori ai Mondiali 2018 in Russia, guardando le altre nazionali darsi battaglia per la conquista dell’ambita coppa. Sarà un anno a fari spenti per l’Italia, ancora in cerca di una guida tecnica e di un nuovo presidente che indichi il percorso da seguire per ripartire con vigore dopo il tracollo mundial.
Gli impegni dell’Italia del calcio saranno limitati a qualche amichevole almeno fino a settembre, quando scatterà la Nations League, la nuova competizione ideata dalla UEFA per dare un senso ai test delle nazionali europee, spesso bistrattati dai campioni, tutelati dai rispettivi club di appartenenza. L’Italia è inclusa tra le 12 squadre della Lega A e a gennaio scoprirà in quale gruppo da tre sarà inserita per giocarsi l’accesso alla fase finale che avrà luogo a giugno 2019. Uno stimolo per crescere e per ricostruire con umiltà, puntando sull’esperienza dei veterani da affiancare a qualche talento emergente e magari ripartendo dai vivai e dai settori giovanili delle squadre di club, sempre più ingolfati da stranieri. Anche con una squadra senza fuoriclasse si può vincere puntando sul gruppo e sulla voglia di lottare su ogni pallone, affiancati ad un’organizzazione tattica che Conte ha saputo esaltare prima della fallimentare gestione Ventura. Ed ora il prossimo step consiste nelle qualificazioni ai Campionati Europei 2020, in cui l’orgoglio italiano dovrà prendere il sopravvento per evitare che la recente disfatta diventi una triste consuetudine.
mauro.deriso@oasport.it
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Foto: Facebook Nazionale Italiana