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Ciclismo, arriva la “tassa sul sudore”: obbligatoria la Bike Card per gli amatori! Serve pagare per fare gare e passeggiate

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Il mondo dei ciclisti amatoriali è in rivolta in questi giorni di festa a causa della già ribattezza “tassa sul sudore”. La Federazione, infatti, ha imposto che dal 1° gennaio 2018 le migliaia di ciclisti che vorranno misurarsi con delle gare amatoriali o passeggiate cicloturistiche dovranno pagare un canone di 25 euro: in cambio riceveranno la Bike Card ma senza alcun servizio assicurativo o di altro genere. Come riporta il Corriere della Sera, ogni anno si staccano 4 milioni di biglietti per partecipare alle corse ciclistiche ma fino a oggi era sufficiente aderire a uno dei 19 enti di promozione sportiva autorizzati dal Coni: bastava presentare un certificato medico per ricevere la tessera che permetteva di partecipare alle varie competizioni.

La Federazione Ciclistica Italiana vuole però il controllo su tutto e ha così deciso di tassare gli amatori. Il Presidente Renato Di Rocco si difende in questo modo, sempre sulle colonne del Corsera: “Ma quale tassa. La nostra è un’iniziativa politica per combattere chi ci fa concorrenza sleale con i contributi pubblici. I soldi serviranno a gestire servizi comuni come la giustizia sportiva. Non raccoglieremo più di 70-80mila euro. Chi non vuole acquistare la Bike Card abbandoni gli enti e si tesseri direttamente con noi: siamo i più seri. La Bike Card offrirà comunque anche dei servizi. Quali? Ci penseremo. L’ha fatto l’atletica, possiamo farlo anche noi“.

Qualche numero per capire la portata del movimento amatoriale in Italia: 10mila partecipanti alla Nove Colli, 3500 alla Via del Sale, 9000 alla Maratona delle Dolomiti. E ora tutti dovranno pagare la Bike Card…

 





(foto © ASO/Pauline BALLET)

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