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Ciclismo, caso Froome – Tony Martin tuona contro l’UCI: “È uno scandalo. C’è in gioco la credibilità del nostro sport!”

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Il ciclone che ha travolto il mondo del ciclismo non accenna a placarsi e forse è soltanto all’inizio del suo vortice. La notizia della positività al salbutamolo di Chris Froome a seguito di un test effettuato nel corso dell’ultima Vuelta a España ha sconvolto il mondo delle due ruote. L’uomo simbolo, il più vincente degli ultimi anni, ha visto macchiata la sua immagine ed inevitabilmente anche quella del ciclismo (al netto di una vicenda ancora da chiarire). La pensa allo stesso modo Tony Martin, che nella serata di ieri ha detto la sua sul caso Froome attraverso un messaggio postato sul suo profilo Facebook. Il tedesco non ha risparmiato critiche nemmeno all’UCI.

Sono davvero arrabbiato. Si vede chiaramente che nel caso di Christopher Froome sono stati fatti due pesi e due misure. Altri corridori sono stati sospesi immediatamente dopo un test positivo. A lui e alla sua squadra la UCI ha dato il tempo di spiegare. Non mi ricordo casi simili nel recente passato. È uno scandalo. Non avrebbe dovuto nemmeno partecipare all’ultimo Mondiale. Il riferimento è al fatto che il test non superato da Froome risale al 7 settembre mentre la rassegna iridata si è svolta alla fine dello stesso mese, quando la Federazione Internazionale era già a conoscenza dell’esito del test. Curiosamente, poi, la notifica della positività è stata recapitata al corridore britannico e al Team Sky proprio il giorno 20, data della cronometro individuale in cui il quattro volte campione del Tour si è piazzato al terzo posto (Tony Martin chiuse 9°, ndr).

La mia impressione e quella di tutti è che c’è qualcosa che sta accadendo dietro le quinte, si stanno stringendo accordi e cercando modi per uscire da questa situazione. Lui e il suo team godono di uno status speciale? Questo caso stona con la lotta al doping in cui siamo impegnati corridori come me e Marcel Kittel. Necessitiamo di un’azione coerente e trasparente da parte della UCI. È in gioco la credibilità del nostro sport. Quello che sta accadendo è incoerente, poco trasparente, poco professionale e ingiusto“.

 





 

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alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: Mogens Engelund

1 Commento

1 Commento

  1. Luca46

    14 Dicembre 2017 at 21:08

    Premettendo che la mia opinione è che l’uso del doping è insito nel sistema e che tutti ne facciano uso, quindi a mio avviso Froome resta il ciclista più forte nei giri a tappe. Detto questo ho molti dubbi sull’antidoping che credo faccia più differenze del doping stesso. Ho dei dubbi sul perchè e sul quando di certe positività. Quello però che mi lascia sconcertato è che ad ogni episodio si riesce a trovare una nuova procedura di punizione mai vista prima. La musica è sempre la stessa, qualcuno è trovato positivo a qualche sostanza, poi i verdetti sono uno diverso dall’altro. E’ qualcosa di terribile perchè mette troppo potere nelle mani dell’antidoping. Il potere economico e politico che ha uno sponsor come la Sky non è da sottovalutare quindi sorge il dubbio su quali protezioni abbiano avuto sinora e se i controlli sono uguali per tutti. Non capisco poi perchè si debba aspettare le controanalisi quando lo stesso Froome ha ammesso il dosaggio doppio. Non so come funzionino le cose durante queste corse a tappe ma se Froome ha avuto un grave problema di asma (e dico Froome per dire un qualsiasi corridore e un qualsiasi altro caso) tale da dover superare i livelli consentiti di un dato medicinale perchè non si è avvisato i medici della vuelta? La logica secondo me sarebbe che i medici della Sky avessero informato i medici della Vuelta che dopo aver sottoposto Froome ad un esame avrebbero dovuto dare un loro parere. Troppo comodo adesso sostenere di avere avuto l’asma. Ricordo che Aru ha sostenuto di aver avuto problemi di bronchite al Tour che gli hanno impedito di rendere al meglio. Forse adesso sarebbe in maglia gialla.
    Gradirei sapere cosa ne pensate voi di oasport.

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