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F1: il GP d’Italia torna a rischio nel 2018 tra legge Madia, Antitrust e vincoli con Liberty Media

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Non si decade nel catastrofismo se si afferma che il prossimo GP d’Italia a Monza, per il Mondiale 2018 di F1, è a rischio. La legge Madia (che regola gli enti a partecipazione pubblica) e l’Antitrust potrebbero infatti mettere in discussione il darsi agonistico sulla pista brianzola.

Ma cosa è accaduto? Come si legge sulle pagine della Gazzetta dello Sport, tra martedì 19 e mercoledì 20 dicembre, è saltato un emendamento della legge di Bilancio che avrebbe sottratto l’Automobil Club d’Italia, proprietario del 75% di Sias, la società che gestisce l’Autodromo di Monza ed ente organizzatore del GP dall’anno passato, alle norme restrittive della “Madia”. Il tutto è saltato per questioni procedurali ed ora, come spiega il presidente di Aci Angelo Sticchi Damiani: “L’Aci è equiparato a una municipalizzata, anche se non prende un euro dallo Stato”.

Una condizione di grande criticità perchè sottostare alla legge citata obbliga l’Aci a dover attendere la decisione dell’Antitrust, in qualità di organo giudicante sull’acquisizione dell’autodromo confacente alle regole di mercato. Una situazione davvero caotica come ammesso dallo stesso Sticchi Damiani: Lo Stato ci ha chiesto un intervento per salvare il GP e la F1 in Italia. Lo abbiamo fatto ma ora ci deve fornire gli strumenti per operare. Abbiamo chiuso il 2017 con un pesante passivo di bilancio, e lo sapevamo, però dobbiamo fare in modo che i soldi spesi per la F1 si trasformino in investimento. Monza non può limitarsi solo ad organizzare il gran premio, si deve muovere con spirito imprenditoriale. Per cui mi appello allo Stato: non chiediamo un sostegno economico, ma regole che non ci leghino mani e piedi nel fare business”. Limitazioni burocratiche che fanno il paio con le intenzioni della Rai di non acquisire i diritti televisivi del Mondiale 2018, con una ricaduta pesante in termini di sponsorizzazioni.

In più c’è da discutere il nuovo contratto con Liberty Media con la richiesta da parte degli organizzatori nostrani di rivedere alcune clausole: “Stiamo discutendo non sul costo perché non sarebbe corretto, ma sugli spazi a nostra disposizione e sugli introiti extra che devono essere divisi in maniera più equilibrata“, ha chiarito il presidente di Aci.

 





 

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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