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F1, la Ferrari continua a investire su Kimi Raikkonen. I numeri testimoniano una scelta discutibile…

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Il Mondiale di Formula Uno 2018 rappresenterà l’ottavo anno in Ferrari per Kimi Raikkonen. Dopo la prima tranche iniziata con il titolo iridato del 2007 e chiusa con un anno di anticipo al termine della difficile stagione 2009, il finlandese è tornato nella scuderia di Maranello nel 2014 con la sensazione che il secondo matrimonio sarebbe durato poco, al massimo un paio di stagioni, anche perché “Ice Man, classe 1979, iniziava ad essere un po’ in là con gli anni. Le previsioni sono state sconfessate da ben due prolungamenti di contratto che porteranno il pilota nato ad Espoo a correre con la “Rossa” fino al termine del 2018.

Una scelta che ha diviso l’ambiente ferrarista. Da una parte chi l’ha appoggiata pensando alla continuità, specialmente in un momento di rivoluzione tecnica a livello di vetture. Dall’altra invece, molti, soprattutto tra i tifosi, spingevano per una ventata di aria fresca nell’abitacolo. Un giovane, che potesse crescere al fianco di Sebastian Vettel, un Antonio Giovinazzi o un Charles Leclerc, o un campione già pronto, come Daniel Ricciardo o, come qualche spiffero suggeriva, il rientrante Fernando Alonso.

La Ferrari, invece, non ha avuto dubbi (o quantomeno li ha celati nella giusta maniera) e ha scelto, con il beneplacito di Vettel, di proseguire ancora per un anno (e stavolta dovrebbe essere davvero l’ultimo) con Kimi Raikkonen. Scelta giusta? Scelta sbagliata? I numeri, per esempio, qualche dubbio lo lasciano. Il finlandese, infatti, è reduce da diverse stagioni agrodolci. Con qualche sprazzo, ma anche diversi passi falsi, e la sensazione che nei momenti clou non sempre sia stato in grado di fare il suo dovere al 100%.

I sette podi conquistati nel 2017 (un solo secondo posto) non mitigano le critiche giunte da più parti per partenze sbagliate, sorpassi mancati, e difese di posizione troppo morbide. Raikkonen, dal canto suo, ha spesso lottato con una vettura che non sentiva sua ma il suo, sostanzialmente, l’ha fatto. Quarto posto finale con 205 punti in classifica, meglio del 2016 quando concluse sesto con 185 punti, e del 2015 quando di punti ne conquistò appena 150. La sua seconda esperienza in Ferrari non è certo fallimentare, ma per puntare al Mondiale serve qualcosa in più, sia a livello dei Costruttori sia per dare una mano a Vettel, vera punta di diamante della scuderia.

Cosa attendersi da questo 2018? Un ultimo anno positivo o una stagione interlocutoria che accompagnerà “Ice Man” verso il ritiro? Molto dipenderà dalla vettura. Se la nuova nata di Maranello continuerà sulla scia della SF70H il finlandese potrebbe chiudere in bellezza la sua carriera. Altrimenti farà da apripista al nuovo arrivato sulla “Rossa”. Le pressioni saranno elevate, specialmente per un pilota che non riesce a vincere dal Gran Premio di Australia 2013 al volante della Lotus. Quasi cinque anni di digiuno per un ex campione del mondo sono davvero troppi. Ad ogni modo se il 2018 sarà davvero l’ultimo anno di Raikkonen si meriterà i riconoscimenti del caso: dopotutto è lui l’ultimo ad aver portato la scuderia italiana in vetta al mondo. Il 2007 sembra così vicino, ma è anche molto lontano. Non dimentichiamocelo mai. Lo dobbiamo a Kimi Raikkonen.

 

 





 

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alessandro.passanti@oasport.it

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1 Commento

1 Commento

  1. ssprog

    14 Dicembre 2017 at 23:38

    Kimi secondo lo scrivente non riuscirebbe a vincere da 5 anni. Probabilmente non ha visto con attenzione l’ultimo campionato, con almeno 3 vittorie chiarissimamente sfumate non per causa sua. Inoltre vedo che ha problemi anche ad interpretare il volere dei presunti tifosi di cui parla. Sarebbe stato meglio parlare a titolo personale.

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