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Golf, il grande sogno azzurro per il 2018. Vincere un torneo del Grande Slam

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Un secondo posto tra orgoglio e rimpianti che alimenta i sogni dell’Italia e del suo principale alfiere, Francesco Molinari. C’è un profumo nuovo nel Bel Paese al termine di un’annata vissuta con la convinzione di essere tornati ai vertici della disciplina in ambito mondiale e di poter contendere fino in fondo la vittoria nei tornei più prestigiosi del mondo. Molinari ad agosto ha sfiorato il trionfo nel PGA Championship, piazzandosi di un soffio alle spalle del fenomeno emergente Justin Thomas, ma a Charlotte per lui si è aperta una nuova breccia sul solco di una carriera che potrebbe riservargli ulteriori gradite sorprese. Il sogno di vincere un torneo dello Slam ora non è più un’utopia e l’esperienza maturata sui prati americani del circuito PGA rappresenta un ulteriore fattore di crescita per un fuoriclasse assoluto, in grado di issarsi nuovamente nel gotha del golf internazionale dopo un periodo difficile e di prendersi la scena anche al cospetto dei fenomeni delle nuove generazioni.

Molinari ha iniziato il 2017 con il piglio del campione, inanellando risultati di prestigio ma senza il guizzo che gli aveva consentito pochi mesi prima di trionfare all’Open d’Italia. Un infortunio al polso lo aveva un po’ limitato nella fase calda della stagione e così il 33° posto nell’Augusta Masters è stato seguito da un duplice taglio nello US Open e nell’Open Championship. Ma proprio quando la stagione sembrava volgere verso un mesto epilogo, il colpo di coda del fenomeno è emerso a Charlotte, dove Molinari si è tolto la soddisfazione di eguagliare Costantino Rocca, capace di piazzarsi al secondo posto dell’Open Championship nel 1995, e di diventare il miglior italiano di sempre in un Major. Eppure quella ribalta non gli basta. Il fuoriclasse torinese ha voglia di trionfare in un torneo dello Slam e di regalare all’Italia un premio finora mai conseguito da nessun atleta azzurro.

L’ascesa di Francesco Molinari, intanto, oscura persino due successi conseguiti nell’European Tour da suo fratello Edoardo e da Renato Paratore, due giocatori in grado di prendersi la scena nel prossimo futuro e, chissà, possibili partecipanti ai prossimi Major con ambizioni ad oggi inesplorate. In attesa che Matteo Manassero si desti dal torpore in cui è piombato e che Nino Bertasio esprima al meglio il potenziale di cui dispone, l’Italia può dormire sonni tranquilli e sognare persino un traguardo che fino a un anno fa sembrava impossibile soltanto immaginare.





mauro.deriso@oasport.it

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Foto di Pier Colombo

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