Judo
Il 2017 del judo italiano. Matteo Marconcini ed Edwige Gwend i migliori dell’anno, i giovani progrediscono verso Tokyo 2020
Terminato l’anno judoistico internazionale con il World Masters di San Pietroburgo, peraltro privo di rappresentanti azzurri, è arrivato il momento di tracciare il bilancio del judo italiano in questo 2017.
Il momento più alto è stato certamente raggiunto in occasione dei Campionati Mondiali di Budapest, quando Matteo Marconcini ha conquistato la medaglia d’argento nella categoria 81 kg, un risultato che ha rotto un lungo digiuno di medaglie iridate per la squadra azzurra. Pochi giorni dopo il suo ventottesimo compleanno, l’atleta toscano è così divenuto il terzo uomo italiano di sempre, dopo Ezio Gamba e Francesco Bruyere, a disputare una finale mondiale, confermando quanto di buono fatto vedere nel 2016, quando aveva sfiorato il podio olimpico con un quinto posto. Purtroppo la stagione dell’aretino è stata bloccata da un incidente stradale che non gli ha permesso di tornare sul tatami prima della fine dell’anno, ma siamo certi di ritrovarlo al suo livello nel 2018, oramai con uno status da leader.
L’altro exploit dell’anno è la vittoria di Edwige Gwend (73 kg) al Grand Slam di Abu Dhabi, arrivata nel mese di ottobre. Già sul podio nei Grand Prix di Tbilisi e di Hohhot, la ventisettenne emiliana è divenuta la prima judoka italiana – tra uomini e donne – a salire sul gradino più alto del podio in un torneo classificato come Grand Slam. Con le medaglie conquistate in questo 2017, inoltre, l’atleta nativa del Camerun è arrivata a quota dodici medaglie vinte nei tornei dei World Tour, altro primato assoluto per il judo azzurro. Se dovessimo assegnare dei premi ai migliori dell’anno, dunque, li consegneremmo a Marconcini per gli uomini e a Gwend per le donne.
E i medagliati olimpici di Rio, che fine hanno fatto? Fabio Basile ha deciso di dedicare ad altro la prima parte dell’anno, per poi tornare sul tatami direttamente ai Mondiali di Budapest. Il campione a cinque cerchi della categoria 66 kg ha poi deciso di tentare l’avventura del cambio di categoria, arrivando subito ai piedi del podio ad Abu Dhabi tra i 73 kg. Per Basile, quindi, il 2017 è stato un ingiudicabile anno di transizione, e dovremo aspettare il 2018 per vederlo nuovamente a pieno ritmo sul tatami. Diverso il discorso per Odette Giuffrida (52 kg), che probabilmente avrebbe voluto fare di più, salvo essere bloccata da diversi problemi fisici: il suo miglior risultato dell’anno resta il terzo posto al Grand Prix di Cancún, ma anche la romana sta aspettando con ansia il nuovo anno, nella speranza di non essere più tartassata dagli infortuni. Bilancio simile per Elios Manzi (60 kg), costretto a saltare la prima parte della stagione, e vistosi poco sul tatami, a parte la medaglia d’argento dell’European Open di Bucarest.
L’aspetto interessante è stato soprattutto l’emergere di diversi atleti, che si sono messi in luce ad inizio anno in occasione dei Campionati Italia di Ostia. Tra questi, tre hanno lasciato un’ottima impressione anche sulla scena internazionale: Matteo Medves (66 kg), Antonio Esposito (81 kg), entrambi classe 1994, e Nicholas Mungai (90 kg), classe 1993, tutti medagliati di bronzo al Grand Prix di Zagabria. Se Esposito aveva già fatto vedere ottime cose nella passate stagioni, Medves e Mungai hanno dimostrato di essere decisamente progrediti quest’anno. Questi atleti, insieme a tanti altri giovani dall’ottimo potenziale, rappresentano ottime chance in vista di Tokyo 2020, le cui qualificazioni inizieranno a metà del prossimo anno.
Una parola, infine, per i veterani che non mollano: tra questi un plauso va fatto soprattutto ad Assunta Galeone (78 kg), che ha affrontato tutta la stagione con la vittoria del suo settimo titolo nazionale e svolgendo il ruolo di leader carismatica della squadra femminile, nonostante sarebbe stato più facile dire “stop” dopo la qualificazione olimpica solo sfiorata, mentre sono ancora da valutare i rientri di Elio Verde (66 kg) e Walter Facente (90 kg), per capire se saranno in grado di tornare ai loro livelli migliori per affrontare il percorso verso Tokyo.
giulio.chinappi@oasport.it
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Immagine: IJF