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Karate, Italia per restare al vertice mondiale nel 2018. Tanti volti nuovi per affiancare i veterani che continuano a vincere

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Un’Italia competitiva in tutte le categorie. Questa è la sintesi di un 2017 in cui il team azzurro è riuscito a consolidarsi nel panorama internazionale a dispetto della competitività crescente, che consegue all’innesto della disciplina nel programma olimpico. Luigi Busà ha conseguito l’oro agli Europei e si è imposto anche in Premier League e nelle Series A, ergendosi nuovamente al primo posto del ranking mondiale, un piazzamento che, se consolidato nei prossimi anni, gli consentirà di qualificarsi per i Giochi di Tokyo 2020, in cui vorrà senz’altro provare ad impreziosire il suo palmarès con una storica medaglia a Cinque Cerchi. Sara Cardin, dal canto suo, ha collezionato podi e ha compiuto un atto eroico con l’argento a Salisburgo poche settimane dopo un intervento per la ricostruzione del setto nasale. Anche lei, come Busà, rappresenta una certezza in chiave olimpica, ma l’Italia guarda già al futuro per ampliare la propria rosa di potenziali partcipanti alla prima ribalta a Cinque Cerchi per il karate.

Mattia Busato e Terryana D’Onofrio sono già pronti per Tokyo e rappresentano con Viviana Bottaro e Alessandro Iodice i punti fermi del kata azzurro per i prossimi cinque o sei anni, ma anche nel kumite l’Italia è consapevole di poter disporre di una serie di alternative valide per spiccare il volo. Alessandra Mangiacapra è esplosa nel 2017, promettendo di insidiare Sara Cardin nella categoria -55 kg, mentre Silvia Semeraro si è imposta in Premier League a Rabat nei -68 kg e potrebbe davvero costituire d’ora in avanti una carta importante per l’Italia per la categoria ibrida +61 kg inclusa nel programma di Tokyo. Più complessa l’avventura di Simone Marino, nuovo enfant prodige del karate azzurro, penalizzato dalla mancata inclusione della sua categoria (+84 kg) nel programma olimpico. Marino è campione europeo in carica e ha fatto incetta di podi nell’ultima stagione agonistica, rappresentando senza dubbio uno dei migliori talenti emergenti della disciplina, ma dovrà qualificarsi in una categoria ibrida se vorrà nutrire la speranza di strappare il pass per Tokyo.

Stesso discorso per Clio Ferracuti, campionessa europea Under21 che non è ancora riuscita ad imporsi tra i Senior ma ha talento da vendere, pur concorrendo nella categoria più pesante (+68 kg) con chance attualmente risicate in chiave olimpica. Chi, invece, può nutrire la speranza di partecipare ai Giochi è Gianluca De vivo, che ha vissuto una stagione altalenante nei -67 kg, ma dispone di doti tecniche e morali per scalare il ranking e puntare in alto insieme a Luca Maresca, che dopo i recenti acciacchi appare davvero intenzionato ad imporsi nella categoria olimpica dopo aver furoreggiato nei -60 kg. Il materiale umano su cui lavorare, dunque, è decisamente qualitativo e l’Italia può dormire sonni tranquilli. Il karate azzurro è vivo più che mai.





mauro.deriso@oasport.it

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Foto: Fijlkam

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