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MotoGP, la nuova Yamaha si baserà sulla versione del 2016. Una vittoria morale per Valentino Rossi?

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Valentino Rossi ha i suoi pregi ed i suoi difetti, ma su una cosa è assolutamente inattaccabile: quando deve dire qualcosa non usa certo giri di parole. Durante l’intervista di qualche giorno fa rilasciata a Radio Deejay, infatti, il pilota di Tavullia ha spiegato in maniera chiara cosa non è andato bene con la sua Yamaha in questo campionato MotoGP 2017 che si è concluso da poco più di un mese. “I test di Sepang sono andati abbastanza bene – ha spiegato Rossi durante la trasmissione Deejay Chiama Italia – Abbiamo provato sia il nuovo che il vecchio telaio, ma con particolare attenzione a quello del 2016. L’edizione 2017, infatti, si può dire che sia stata accontentata definitivamente perché ormai tutti si sono accorti che rappresentava un passo indietro“. “La nuova moto partirà, dunque, da quella di due anni fa – prosegue Rossi – Su quella 2017 io non mi sono mai trovato, sin dai primi test invernali, soprattutto perché in assenza di grip e con tanto caldo faceva veramente fatica. Siamo stati tratti in inganno dall’inizio ottimo di anno, dai test di Sepang (pista che in aderenza eccelle) e dal GP di Losail, dato che correvamo in notturna. L’avvio di campionato di Maverick Vinales aveva fatto pensare al team che la direzione fosse quella, ma alla fine si è rivelata a sua volta una perdita di tempo”.

Analisi spietata ma impeccabile e che ci da una discreta idea di quello che sarà la Yamaha versione 2018. Le idee che daranno la linea guida sono quelle di Valentino Rossi. La moto, quindi, tornerà indietro di due anni per ripartire. Un ritorno al passato per vivere un futuro nuovamente competitivo. Più difficile a farsi che a dirsi, ci mancherebbe. Ma inevitabile. Dopo una serie di Yamaha M1 molto competitive e sempre pronte a vincere, gara dopo gara, nel 2017 il cambiamento è stato decisamente pesante. La moto di Iwata, infatti, era quanto mai complicata da assettare e, come ha spiegato Rossi, un vero rompicapo. Non andava nella giusta maniera quasi niente. A livello di gomme (che funzionavano solo ad un certo range di temperatura), grip (sul bagnato le difficoltà si acuivano addirittura), entrata ed uscita di curva, distribuzione di pesi e potenza e, non ultimo, spinnaggio che era ormai diventata una (triste) consuetudine.

Un anno che va cancellato in fretta. L’aiuto di Valentino Rossi sarà fondamentale per sviluppare la moto che verrà provata per la prima volta nei test di febbraio. Il pesarese, grazie anche alla sua esperienza, ha impostato nuove linee guida che i tecnici e gli ingegneri hanno sposato pressoché in toto. L’imperativo sarà creare un mezzo capace, come due stagioni or sono, di potersi adattare ad ogni pista ed a ogni condizione. Si può parlare di vittoria morale per il nove volte campione del mondo? Lui ed il team, probabilmente, non lo ammetteranno mai davanti ai microfoni dei giornalisti, ma la sensazione è quella. Il “Dottore”, infatti, ha fatto prevalere la sua linea per migliorare e plasmare la nuova M1. Vinales è stato momentaneamente accantonato e dovrà essere in grado di adattarsi alla nuova moto in breve tempo dopo una conclusione di 2017 quanto mai complicata.

La Yamaha sa che è in arrivo un campionato da non fallire, dopo tanti bocconi amari ingoiati in questi mesi. Un’altra stagione come quella appena conclusa la scuderia giapponese non se la può assolutamente permettere. Per questo motivo, e non solo, ha preferito affidarsi all’usato sicuro di Valentino Rossi, in pista e fuori. Se la scelta si rivelerà azzeccata non potrà che trattarsi dell’ennesima vittoria del pilota di Tavullia che, a sua volta, potrebbe ancora cullare il sogno del decimo titolo iridato. Complicato a sua volta, ma mai dire mai nella MotoGP..

 

 





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alessandro.passanti@oasport.it

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Foto: Lorenzo Di Cola

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