MotoGP
MotoGP, Marc Marquez: “Il 2018 ci vedrà duellare con Yamaha e Ducati. Dovizioso mi ha dato una lezione di vita. Il sogno? Rimanere in Honda e sfidare mio fratello in MotoGP”
Il quattro volte campione del mondo della MotoGP, Marc Marquez, si è concesso ad una lunga intervista con il quotidiano spagnolo Marca. Il catalano ha toccato diversi punti ed argomenti, dal rapporto con suo fratello Alex, ai rivali in MotoGP, fino al suo futuro nella classe regina. Andiamo a conoscere gli aspetti più importanti di questa chiacchierata.
Per Marquez, dopo quattro titoli in MotoGP e sei in assoluto, le motivazioni sono sempre le solite. “Ho solo 24 anni, per cui penso ancora a vincere, migliorarmi e crescere limando gli errori del passato. Ogni anno la sfida è diversa e se devo pensare ad un sogno nel cassetto penso a lottare in MotoGP con mio fratello Alex, che sta facendo un ottimo lavoro in Moto2 e che ha disputato un eccellente test con la MotoGP di Thomas Luthi. Sarebbe davvero una sensazione strana duellare con lui, non potrei certo comportarmi come faccio con gli altri piloti“.
Per il momento nella classe regina sta per sbarcare Franco Morbidelli. Un debuttante da non sottovalutare. “Nei test di Valencia l’ho visto abbastanza bene e tra i rookies mi ha impressionato, andando veloce e dimostrando di avere già un suo stile di guida ben preciso. Un aspetto decisamente importante. Sono convinto che potrà disputare diverse buone gare. Un consiglio? Spingere sempre al massimo“.
Il passaggio tra Moto2 e MotoGP, tuttavia, è impattante e non semplice. “Quando si muovono i primi passi in questa categoria così competitiva devi sfruttare ogni aspetto, partendo dalla telemetria del compagno di scuderia che, comunque, rimane il tuo primo avversario. Io ad esempio ho sfruttato a pieno il lavoro di Casey Stoner e Dani Pedrosa per provare a completarmi come pilota e come stile di guida. Poi quando si arriva in pista tutto cambia e arriva la battaglia, il vero sale del motociclismo“.
Tornando alla prossima stagione, una delle grandi incognite sarà il comportamento della Yamaha. “Non sappiamo come andrà quest’anno, dopotutto non abbiamo ancora dato il via alla pre-stagione, solo a quel punto capiremo qualcosa in più. So che stanno lavorando duramente tra Giappone e Italia e sono convinto che potranno tornare ai livelli usuali, sfruttando due ottimi piloti e una casa madre che vanta esperienza e qualità“.
Rivale numero uno, sulla carta, la Ducati. “La scuderia italiana sarà nuovamente pronta a lottare per la vittoria finale e ancor più agguerrita. Andrea Dovizioso sarà determinato a centrare un titolo che quest’anno ha sfiorato e, dal mio punto di vista, sono pronto a duellare con lui. Devo dire che mi ha regalato una lezione di vita. In questo mondo nessuno va sottovalutato, la sua crescita lo dimostra perfettamente“.
La Honda ripartirà con i favori del pronostico. “Sono in costante contatto con gli ingegneri e sono anche stato in Giappone due settimane fa. Ci siamo incontrati per fare il punto della situazione, sfruttando anche i test effettuati da Cal Crutchlow a Jerez de la Frontera con il prototipo. Abbiamo capito dove intervenire e proveremo a non sbagliare. La mia prima impressione, a Valencia, è stata positiva, ma dobbiamo aspettare altri circuiti“.
Buone prima risposte, ma troppo presto per passare a facili trionfalismi. “So che a Valencia sono risultato il più veloce, ma i tempi li ho fissati con la vecchia moto. Ho notato che il motore va un po’ meglio, ma è stato provato su un telaio completamente diverso. Sono cambiate molte cose ed è normale che sia così, perché la Honda vuole sempre migliorare. Solitamente occorre più tempo per capire cosa sta andando male rispetto a cosa sta andando bene, un errore che abbiamo commesso nel 2015. Per cui ho chiesto al team maggiore pazienza per risolvere i problemi passo dopo passo, piuttosto che rivoluzionare tutto in una volta. Per esempio in Malesia proveremo a fare uno step indietro per vedere dove crescere ed in quale direzione“.
Di sicuro, al momento, c’è l’addio di Livio Suppo al ruolo di team principal del team HCR Honda. “Non sarà una sostituzione facile, se ne va un grande personaggio e ora ne arriverà uno con una eredità difficile da digerire. Sento da più parti parlare di Alberto Puig, ma non c’è ancora nulla di ufficiale, per cui non ha senso sbilanciarsi. Sarà fondamentale, però, che venga scelta la persona giusta per la squadra, a livello tecnico, umano e sportivo“.
Il futuro sarà ancora sulla linea della continuità. “Sin da quando ero bambino il mio sogno era correre nella scuderia più importante del mondo e l’ho realizzato essendo in Honda. Sono ancora giovane e non ho bisogno di motivazioni extra cambiando marchio. Sono scelte necessarie quando hai bisogno di nuovi stimoli che, al momento, non ho“.
alessandro.passanti@oasport.it
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Foto: Lorenzo Di Cola