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Nuoto
Nuoto, Europei Copenaghen 2017: IL PAGELLONE. Finalmente Rivolta! Codia e Quadarella: podi che valgono. Paltrinieri preoccupa
FABIO LOMBINI 7: all’esordio in una grande manifestazione internazionale riesce a centrare una finale per niente scontata. Al momento della verità sbaglia qualcosa di troppo e si ritrova ultimo con un tempo superiore a quello fatto segnare a Riccione. Resta comunque un grande risultato.
ILARIA BIANCHI 7: centra la semifinale nella gara che ama meno in assoluto e scende sotto i 26″ nei 50 farfalla dopo tempo immemore. Lascia ben sperare per 100 e anche 200: la condizione c’è.
ELENA DI LIDDO 7: lotta come una leonessa nei 50 farfalla e migliora il primato personale, sfiorando la finale ma confermando di essere in buona forma. Bene anche in staffetta, nonostante il disguido del device
FEDERICA PELLEGRINI 7: strappa la qualificazione alla finale di un 100 pieno di campionesse e già questa è una notizia molto positiva per chi ha deciso di lasciare la strada vecchia per la nuova. È il primo passo verso la riconversione alla velocità. Per le medaglie, però, serve altro.
ERIKA FERRAIOLI 6: supera il primo turno nei 100 stile ma le speranze di centrare la finale europea svaniscono nella fase conclusiva della semifinale quando, dopo una buona prima parte, si fa rimontare dalle rivali e chiude decima a meno di mezzo secondo da una possibile finale. In staffetta dà il massimo ma la situazione è compromessa.
FEDERICO TURRINI 5.5: presenza da comprimario con due 400 misti da 4’09”, lontano dal personale e da un podio inarrivabile con questi ritmi. Non riesce a fare la differenza nelle frazioni a dorso e stile libero che sono i suoi punti di forza.
SIMONE SABBIONI 7: una giornata in chiaroscuro. Nei 100’dorso, la gara che predilige, si conferma sia in batteria che in semifinale il numero 2 europeo alle spalle del bambino prodigio Kolesnikov, ponendo una seria candidatura per un podio che gli manca. Resta a 20 centesimi dal record italiano che avrebbe voluto migliorare. Poi il “fattaccio” del device rovina tutto e lo fa arrabbiare non poco. La speranza è che possa dimenticare in fretta.
LORENZO MORA 6: svolge bene il suo compito centrando una semifinale tutt’altro che scontata dove non riesce a brillare. Merita la sufficienza.
ILARIA CUSINATO 6.5: pur non essendo una specialista dei 100 misti conquista la finale e sfiora anche l’ingresso fra le prime otto. Sta bene e si vede.
PIERO CODIA 8.5: manca per tre centesimi l’oro nei 100 farfalla ma per tre quarti di gara è lui a fare l’andatura in una finale tutta azzurra. È una sconfitta con il sorriso (quello che non si vede quasi mai) sulle labbra. Il primo podio internazionale non si scorda mai!
MATTEO RIVOLTA 9: finalmente! Si scrolla di dosso la ruggine di tante delusioni, di troppe vittorie mancate o promesse non mantenute e porta a casa un oro che potrebbe cambiare la sua storia. Virate e subacquee quasi da americano, voglia e determinazione da vendere. Se questo è il Rivolta 2.0 piace, eccome.
SIMONA QUADARELLA 7: bronzo, come a Budapest ma stavolta c’è un pizzico di amaro in bocca perché voleva qualcosa in più. Migliora comunque il suo personale di oltre un secondo e getta le basi con un altro risultato di prestigio per la stagione europea in lunga che è comunque casa sua.
FILIPPO MEGLI 4: se i 400 erano andati male, i 200 vanno malissimo per il toscano che aveva illuso tutti ai campionati italiani vincendo la gara di addio di Filippo Magnini e impressionando per solidità. Quello di Copenaghen è un Megli troppo brutto per essere vero e va cancellata al più presto questa sue giorni negativa.
ALESSANDRO MIRESSI 6: sfiora la finale dei 200 stile che non sono la sua specialità in vasca corta che gli piace meno della lunga. Lotta sempre, il longilineo velocista che anche stavolta esce dall’acqua senza rimpianti.
LUCA PIZZINI 4: aveva impressionato a Riccione, vincendo con un ottimo crono il campionato italiano ma bastano 13 giorni per far saltare tutto e restituire un atleta irriconoscibile, mai in grado di cambiare marcia che va progressivamente alla deriva.
NICOLÓ MARTINENGHI 6.5: in silenzio, quasi dietro le quinte, senza fare troppo rumore ma il ragazzo cresce anche nei 200 rana e stabilisce il suo personale in batteria disputando una buona gara che non gli permette di entrare in una finale inarrivabile. Al momento tre personali migliorati e un record del mondo junior. Mica male!
AGLAIA PEZZATO 5: a Riccione era piaciuta molto, nell’appuntamento più importante resta lontana dai migliori al termine di una gara senza sussulti.
NICCOLÓ BONACCHI 5.5: non riesce a migliorare il personale in questa che per lui è la gara di riscaldamento in vista del 50 che predilige. Lotta, combatte ma resta lontano dai primi.
THOMAS CECCON N.G.: puramente una presa di contatto con la vasca di Copenhagen per il giovanissimo azzurro che non spinge nei 100 dorso. Difficile giudicare la sua prova.
LUCA SPINAZZOLA 6: non riesce a ripetere il personale che gli aveva permesso di qualificarsi per gli Europei però svolge al meglio il suo compito al lancio.
LUCREZIA RACO 6.5: se l’Italia centra la finale si danni della Russia lo deve al suo rush finale che mette dietro la squadra russa. Una volata inutile ai fini del podio ma che denota determinazione e qualità.
GREGORIO PALTRINIERI 5.5: ormai è chiaro. Non è il Paltrinieri dei giorni migliori e quello che preoccupa è che sembra subire psicologicamente la situazione (la sconfitta nella volata per il secondo posto con Joly e le dichiarazioni del dopo gara me sono la conferma). Deve cambiare registro in una trentina di ore. Ha classe ed esperienza a sufficienza per riuscirci.
DOMENICO ACERENZA 5: per metà gara illude e si illude di poter finalmente entrare in una grande finale internazionale, poi crolla nel finale e chiude decimo fallendo l’ingresso nella sfida per le medaglie che era obiettivamente alla sua portata.
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Foto fonte Arena
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