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Nuoto, Europei Copenhagen 2017: Gregorio Paltrinieri e Federica Pellegrini, nuove scelte e pericolose controindicazioni?

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Nella giornata dei trionfi azzurri e delle cinque medaglie, forse, sono proprio gli atleti dal curriculum più importante a non aver del tutto convinto. Ci riferiamo a Gregorio Paltrinieri e Federica Pellegrini, in gara nella terza giornata degli Europei di nuoto in vasca corta a Copenhagen (Danimarca).

Qualcuno potrà dire: “Ma Greg ha vinto l’argento”. E’ vero, però di fatto, per un campione come lui, il secondo posto nei suoi 1500 stile libero, nei quali non perdeva dal 2013 (contesto europeo) in corta (sempre nelle acque danesi seppur di Herning), ha il sapore un po’ amaro. Una sensazione che lui stesso non nasconde appena dopo la gara vinta dall’ucraino Romanchuk con un super tempo, rifilando 8 secondi al Campione Olimpico.

Paltrinieri dunque ha sbagliato ad imbarcarsi per la nuova avventura australiana? E’ presto per dirlo perché quando si fanno cambiamenti così importanti, dal punto di vista della vita e della preparazione, è necessario del tempo. Dopo due mesi non si può di certo dire cosa sia meglio o peggio ma senz’altro il carpigiano, soprattutto da un punto di vista personale, aveva bisogno di qualcosa di diverso.

Pertanto, l’esperienza continuerà e quando arriverà la stagione in lunga si tireranno le somme però è chiaro che le controindicazioni ci sono. Un lavoro di qualità, con meno chilometraggio, non ha riflessi positivi sull’azzurro, abituato ad esprimere il meglio dopo carichi notevoli. Per questo, nella gara odierna, la sua velocità abituale è durata fino ai 500 metri, quando l’ucraino ha messo la freccia salutando la compagnia. Un ko che può regalare ulteriori motivazioni ma dovendo fare attenzione a non rovinare una macchina vincente per così tanto tempo.

E poi venendo alla “Divina”, decisa a proseguire il progetto nella velocità, il settimo posto odierno è l’evidenza che il lavoro da fare è molto importante. Nella piscina da 25 metri Federica ha sempre fatto fatica: come per il suo compagno di Nazionale, le conseguenze delle decisioni le potremo valutare solo nel 2018 quando vi saranno gli Assoluti primaverili e ancor di più gli Europei di Glasgow (piscina da 50 metri). Allora scopriremo se questa voglia di provare altre strade è solo un modo per riavvicinarsi all’amore mai troppo sopito per i 200 sl oppure no. La Royal Arena ha espresso un giudizio negativo ma siamo solo all’inizio e di “acqua sotto i ponti” ne dovrà passare ancora molta.

 





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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: Credit La Presse

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