Nuoto
Nuoto, Europei Copenhagen 2017: Gregorio Paltrinieri punta all’oro, ma non mancano le incognite
Dal 13 al 17 dicembre spetterà agli Europei in vasca corta di Copenhagen (Danimarca) chiudere il discorso di questo 2017 ricco di eventi e di grandi soddisfazioni per il nuoto italiano.
Si sono da poco conclusi gli Assoluti invernali a Riccione, importanti per ottenere gli ultimi pass per la rassegna continentale danese. I risultati sono stati importanti ed anche sorprendenti, se vogliamo: si è assistito al ritorno di Simone Sabbioni, dorsista di valore e sofferente nell’ultimo anno e mezzo ma risorto negli ultimi mesi grazie anche alla cura di Matteo Giunta (tecnico anche di Federica Pellegrini), alla riscoperta di Matteo Rivolta ed Alessia Polieri, eccellenti nei 200 delfino, e poi al primato italiano di Margherita Panziera, bella come non mai nei 200 dorso. E poi il ritiro di Filippo Magnini: un fuoriprogramma che ha commosso tutta la piscina riccionese unitasi in un grande applauso nei confronti di un grande campione.
Campionati che non hanno visto tra i protagonisti i Gemelli diversi del nuoto italiano Gabriele Detti e Gregorio Paltrinieri. E, nel caso del toscano l’assenza ci sarà anche in Danimarca, per Greg l’avventura europea in corta sarà accompagnata da alcuni punti di domanda. Al termine di due mesi di allenamenti in Australia, insieme al suo amico/rivale Mack Horton, il campione olimpico, mondiale ed europeo dei 1500 stile libero ha fatto ritorno all’ovile a Carpi, per poi prepararsi per gli ultimi dettagli nel Centro Federale di Ostia.
Il carpigiano è andato in cerca di qualcosa diverso come suo solito. Il personaggio ormai lo conosciamo: sperimentare e scoprire quel che non si conosce. Ed eccolo quindi condividere una nuova metodologica di preparazione dall’altra parte del mondo con uno dei suoi avversari più qualificati. Sono tante le incognite che accompagneranno l’atleta nostrano nella vasca danese. Curiosità che ha lui stesso, come detto in un’intervista a Il Messaggero: “Ho cambiato preparazione e sono curioso di vedere in cosa sono peggiorato e in cosa sono migliorato. Mi sono sottoposto ad un chilometraggio diverso ed allenato meno sulla resistenza e più sulle variazioni di ritmo, molti 50, molti 100, molti 200. Ho fatto cose che non avevo mai fatto”, ha sottolineato l’asso del Bel Paese. Esperimenti a cui solo le acque di Copenhagen sapranno dare valida risposta. Certo è che nei suoi 1500 sl, il 15 dicembre i rivali non saranno da sottovalutare: l‘ucraino Mykhailo Romanchuk ed il polacco Wojciech Wojdak su tutti.
Il classe ’96 dell’Est non è certo atleta sconosciuto. Nell’estate 2017 ha impegnato piuttosto seriamente il nostro Gregorio nelle 30 vasche della Duna Arena, contendendo il titolo iridato all’azzurro fino a 100 metri dalla fine. Poi, con classe e tenacia, il carpigiano ha avuto la meglio bissando il successo di Kazan 2015 (Russia) e confermandosi il più forte. Tuttavia, Romanchuk è nuotatore che, in corta, può fare ancora meglio: lo dimostra la terza prestazione all-time (14’15″49 ) siglata a Singapore nel 2016. Una sfida dunque impegnativa attende l’italiano, costretto poi a guardarsi anche da Wojdak.
Il 21enne di Brzesko ha già dimostrato di metter la mano davanti a Paltrinieri: l’argento iridato degli 800 stile libero di Budapest, a precedere il nostro portacolori, parla chiaro. Certo, il chilometro e mezzo non è la distanza prediletta ma coprirla nella piscina da 25 metri potrebbe favorire il polacco e renderlo più insidioso.
Ma Gregorio più che guardare al resto della compagnia, si attende riscontri importanti da se stesso. I lavori citati precedentemente potrebbero aiutarlo in un eventuale rush finale ma, nel contempo, sarà interessante verificare se la costanza, suo marchio di fabbrica in piscina, sarà deficitaria nel suo darsi nella Royal Arena.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: Credit La Presse