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Nuoto, gli Europei nel mirino dell’Italia nel 2018. Tra veterani e volti nuovi, vincere medaglie e gettare le basi per Tokyo 2020

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Il 2017 è agli sgoccioli ed è giusto proiettarsi a quel che accadrà nel 2018. Per il nuoto, gli Europei nella vasca lunga di Glasgow sono l’evento più atteso, programmati nei primi giorni di agosto 2018. La Nazionale italiana è reduce da un 2017 da incorniciare coi Mondiali di Budapest conclusi con 3 ori e 3 bronzi e gli Europei, nella piscina da 25 metri di Copenhagen, con 5 ori 7 argenti e 5 bronzi. Un computo estremamente positivo per la spedizione tricolore che può guardare con fiducia alla rassegna continentale del 2018.

LE TRE PUNTE DETTI, PALTRINIERI E PELLEGRINI

Una squadra che racchiude esperienza e gioventù nel tentativo di arrivare alle Olimpiadi Tokyo nel 2020 nel miglior modo possibile. Gregorio Paltrinieri, Gabriele Detti e Federica Pellegrini sono state le nostre punte indiscusse nel darsi della Duna Arena centrando tre titoli mondiali altisonanti ricchi di significati nei 1500 stile libero (uomini), negli 800 stile libero (uomini) e nei 200 stile libero (donne). E’ pur vero che, dopo i trionfi nelle acque magiare, gli ultimi mesi dell’anno non hanno riservato gli stessi sorrisi ai tre assi del nuoto nostrano. Il toscano è stato fermato da un’infiammazione alla spalla e, di comune accordo con la Federazione, ha scelto di dare appuntamento a tutti al 2018 dove vorrà farsi valere a livello internazionale. Il livornese, prima del problema fisico, aveva portato avanti un programma di lavoro diverso dal solito, gareggiando tanto nella Coppa del Mondo, conquistando ottimi riscontri nelle varie specialità dello stile libero. Lo scopo del livornese era chiaro: abituarsi a gareggiare anche in condizioni di forma non ottimali contro avversari di qualità. Per il 2018, dunque, Detti avrà ancor più motivazioni per competere. In tema di cambiamenti, ancor più radicale quello di Paltrinieri: in Australia per cercare qualcosa di nuovo dal punto di vista tecnico e staccare la spina dalla routine di Ostia. L’argento nei 1500 sl a Copenhagen, alle spalle dell’ucraino Romanchuk, non è certo un risultato che può soddisfarlo ma, nello stesso tempo, non può essere un secondo posto europeo in corta a mettere in dubbio una decisione così importante, dopo appena due mesi di allenamenti. Il programma australiano continuerà fino a metà marzo e poi ritorno all’ovile per Greg, volendo preparare al meglio possibile l’evento britannico e dimostrare che nella piscina da 50 metri è sempre lui più forte.  Discorso a parte, invece, per la campionessa di Spinea, intenzionata a portare avanti il progetto della velocità non volendo più gareggiare nei 200 sl. Il programma della Pellegrini consiste nell’arrivare alla quinta Olimpiade senza l’ossessione del risultato ad ogni costo in una distanza, i 100 sl, dove le possibilità per essere nella top3 sono decisamente poche. Un modo per sgravarsi dalla responsabilità dopo anni e anni di successi e pressioni? Forse si…

L’ITALIA DEI RITORNI

Tuttavia, alla volta di Glasgow, oltre ai soliti noti, vi sono altre frecce nella faretra azzurra che la cinque giorni danese ha messo in evidenza. Potremmo definirla l’Italia dei grandi ritorni quella che ha vista visto trionfare Fabio Scozzoli, Simone Sabbioni, Luca Dotto, Marco Orsi e Matteo Rivolta.  Il ranista di Lugo, guardando alle gare individuali, è riuscito nell’impresa di battere il russo Kirill Prigoda e “Sua Maestà” Adam Peaty con il nuovo record europeo nei 50 rana. Un riscontro incredibile replicato anche nella gara, in questo momento, meno congeniale all’emiliano, cioè i 100, dove la distanza da Peaty è stata minima (2 decimi) e quell’argento con il primato nazionale abbassato di mezzo secondo. Un destino in comune, come detto, con gli altri alfieri italia: Sabbioni, dopo un anno e mezzo di magagne fisiche, a giugno ha preso una decisione andando a Verona per allenarsi al centro federale nel gruppo gestito da Matteo Giunta (tecnico di Federica Pellegrini). I risultati sono stati più che confortanti e la doppietta oro-argento nei 50 e 100 dorso, in una specialità che vedeva al via il fenomenale Kliment Kolesnikov, dà lustro alle prestazioni del romagnolo. E poi Dotto, oro nei 100 stile libero e bronzo nei 50 sl. L’incedere sicuro nella finale della gara regina ha impressionato: partenza a bomba, con passaggio ai 50m da 22″00, e ritorno da 24″11. Il veneto ha interpretato la finale non temendo nessuno e scacciando i fantasmi del passato, bissando il successo negli Europei in vasca lunga di Londra 2016. Stessa storia e stesso mare per Orsi e Rivolta. Il Bomber di Budrio, nei 100 misti, ha manifestato un chiaro segnale di vitalità, prendendosi una piccola rivincita, reduce da un periodo molto difficile nel quale l’eventualità del ritiro era tutt’altro che distante. Mentre per il farfallista, sempre estremamente esigente con se stesso, le quattro vasche gli hanno regalato un minimo di serenità.

I GIOVANI RAMPANTI

A chiosa da non sottovalutare Nicolò Martinenghi, Simona Quadarella ed Ilaria Cusinato. Sono loro, tra le giovani leve, i più pronti a spiccare il volo a livello seniores. L’atleta lombardo, classe ’99, in Danimarca, pur non avendo ottenuto medaglie, si è migliorato sensibilmente in una piscina (25 metri) poco gradita. L’incetta di record del mondo giovanili depongono in favore del varesino che può guardare con grande fiducia a Glasgow volendo abbattere la barriera dei 59″ nei 100 rana ed entrare ancor di più di diritto nel gotha della specialità. Tanta voglia di migliorarsi anche per la Quadarella, anche lei in difficoltà in vasca corta ma desiderosa di tornare a fare la differenza nella piscina “olimpica” come già avvenuto ai Mondiali di Budapest con quel bronzo fantastico nei 1500 stile libero. E poi la veneta allenata da Stefano Morini, bronzo nei 200 misti a Copenhagen, un’altra su cui val la pena puntare essendo dotata di talento e determinazione. Il primo podio a livello assoluto può essere un trampolino di lancio.

 





 

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Foto: Credit La Presse

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